L’Isola vince una partita durissima (ancora un 5-3, risultato fortunato) aggrappandosi al cuore. Le scorie di Orte sono evidenti. E la CarliSport è il peggior cliente che si possa chiedere in questo momento al campionato. Squadra in salute che viene da 3 risultati utili. Difesa d’acciaio e guizzi improvvisi in avanti da far tremare le gambe anche a una grande, ferita nel morale, con Luiz e Caviglia squalificati e una paura matta di scivolare nuovamente e perdere il treno delle prime, che significa serie A2.
In queste condizioni non è facile giocare. Ariccia è una cartaccia. Dietro nel primo tempo non concede quasi nulla. L’Isola sbatte spesso sul muro degli ospiti. Le formazioni. Carlisport con De Vincentis, Zullo, Anginletta, Cioli, Iaria, Borsato, Taloni, Santonico, Ranelletti, Richartz, Forti, De Cicco. Risponde la Banda Lattanzi con De Filippis, i due Paradiso, Veronesi, La Manna, Mancinelli, Verrone, Bonanno, Arribas, Colaceci, Imperato e Gabì. L’inizio è tutto di marca Isola. Ma è un possesso palla sterile. Le occasioni non arrivano. Anzi è Ariccia ad avere le migliori. Al quinto De Filippis è miracoloso su Santonico. Due minuti dopo lo “special one” Orange non può nulla su Richartz che raccoglie una respinta corta e fa uno a zero. Ariccia si mette dietro e non si schioda più. L’Isola ci prova. Ma quando riesce a bucare la fitta ragnatela degli ospiti, c’è De Vincentis “para tutto”. Veronesi, Gabì, Colaceci, Arribas, Imperato. Non va. A 5.45 dal termine pure la traversa. Colaceci serve un assist al bacio ad Arribas, ma l’argentino non è fortunato e incoccia in pieno il sette. La svolta trenta secondi dopo. L’Isola approfitta della prima, vera, sbavatura degli ospiti. Punizione, la barriera si posiziona male e capitan Imperato trova il buco giusto, infilandola di piattone. Uno a uno. Taloni potrebbe riportare su Ariccia poco dopo ma De Filippis si traveste da Superman e mette sulla traversa un tiro a colpo sicuro. E quando Gabì fa sbattere su Colaceci un tiraccio dalla distanza e la palla entra, sembra possa essere la giornata giusta. Ma a 1.32 dal termine la doccia fredda, dormita dietro e Santonico fa 2-2. Nel secondo tempo la Banda Lattanzi gioca con il freno a mano tirato. Rischia poco ma in avanti non punge. Colaceci potrebbe metterci nuovamente lo zampino intorno al sesto, quando intercetta un goffo disimpegno della retroguardia, ma non è fortunato. Al tredicesimo, un po’ a sorpresa, Ariccia passa. Taloni è bravissimo a raccogliere un assist d’oro con l’Isola sbilanciata in avanti: 2-3 e l’incubo diventa realtà. La Banda Lattanzi è sotto shock. Ariccia non ne approfitta, anzi compie un mezzo suicidio. Anginletta si fa cacciare per doppia ammonizione (l’arbitro prima sorvola e non estrae il secondo giallo, poi su un normale fallo di gioco lo punisce e lo manda sotto la doccia). Veronesi sale in cattedra. Prima trova il 3-3. Poi si inventa una giocata tutta brasiliana che fa venire giù il PalaDanubio e fa il 4-3 con una sassata da fuori. Partita capovolta. Ariccia ora si riversa in area Orange. È una sofferenza. Ci pensa l’accoppiata verdeoro Verrone-Veronesi. Ripartenza a una manciata di secondi dal termine, Verrone serve l’ex nazionale italiano che fa 5-3. L’Isola vince e scaccia i fantasmi di Orte. Ma è una faticaccia e una mezza impresa.
UNDER 21
: Contro il Rapidoo Latina è tornata la squadra che tutti conoscevano. Pregi e difetti. Cannibale in avanti. Un po’ sonnacchiosa dietro. Ne è venuta fuori una partita spettacolare, finita 14-8. Una carambola di emozioni. “Ho visto i ragazzi più tranquilli – commenta mister Sannino -. Abbiamo giocato meno bene di altre volte ma il risultato è arrivato. Ai ragazzi ho chiesto punti. Eravamo stanchi di uscire tra i complimenti degli avversari, con un pugno di mosche in mano. Ora facciamo un altro campionato. E proviamo a capire chi siamo e dove possiamo arrivare. Il bel gioco non fa morale. Le vittorie sì”. La squadra ci crede, il tecnico anche: “Possiamo fare un buon campionato e toglierci qualche soddisfazione se nel girone di ritorno riusciremo a giocare con un po’ più di attenzione e concentrazione. Quest’anno è tutto troppo nuovo per noi. È un campionato di transizione. Ma ciò non vuol dire che non dobbiamo giocare e non dobbiamo crederci. Siamo una buona squadra, i risultati e il gioco ce lo dimostrano. Dobbiamo solo essere più cattivi dietro e meno frenetici. Possiamo fare grandi cose”.