Alla vigilia della formazione del nuovo Governo di centrodestra abbiamo intervistato la giornalista Mara Azzarelli, attenta osservatrice delle dinamiche politiche territoriali e nazionali, per chiedere il suo parere sulla fase che stiamo vivendo.

Tagliamo la testa al toro con la domanda più diretta: Fontana e La Russa rispettivamente presidente della Camera e del Senato. Che ne pensa?
Penso che siano due scelte divisive, marcatamente identitarie. Mai era successo che le massime cariche istituzionali avessero un profilo così divisivo. Penso però che sia una scelta prevedibile da una coalizione dove la forza politica dominante è la destra sociale. Molto più corrispondente alla realtà politica del momento di quanto non lo sia stata la narrazione della campagna elettorale che raccontava la Meloni come espressione di una destra moderata e centrista. 

Non lo è? Non è moderata?
Fratelli d’Italia è destra sociale. Certo ha tentato e sta tentando di allargare il proprio bacino elettorale, dunque la propria rappresentanza con i moderati. Ma basta leggere la storia dei suoi dirigenti più importanti, quelli piazzati nei ruoli chiave, per capire come il partito sia ancora totalmente sbilanciato a destra più che al centro. Ma sono certa che con le prime azioni politiche si capirà ancora meglio.


Pensa che gli attriti tra Berlusconi e la Meloni avranno delle conseguenze?
Non credo nella formazione del Governo, dove Berlusconi immagino farà prevalere logiche di convenienza politica (nonché aziendali) seguendo i consigli dei figli e degli amici di vecchia data a cominciare dal saggio Giovanni Letta. Questo però non significa che poi tutto filerà liscio. Penso che alla prima occasione Silvio e i suoi presenteranno il conto dello smacco subito quanto meno facendo ballare la maggioranza in Senato quando lo riterranno conveniente. Ma è un parere, quello che succederà realmente lo vedremo. Ora tutto è veramente possibile.

Salvini in tutto ciò?
Per adesso Salvini si è ritagliato un ruolo da mediatore all’interno della coalizione approfittando della debolezza di Forza Italia ma non dimentichiamo che ha 100 parlamentari e certamente farà valere questa forza (solo parlamentare grazie alle alleanze ma non corrispondente alla realtà sul territorio).


L’opposizione invece?
L’opposizione deve fare l’opposizione e con grande responsabilità come penso Letta per esempio abbia già iniziato a fare  prendendo le distanze per esempio dalle scritte comparse per le strade di Roma con la stella a cinque punte. Di sicuro oltre a questo serve un pressing serratissimo sui temi che stanno a cuore alle persone: caro bollette, salari troppo bassi, inflazione, salute e diritti.  Mi auguro che tutto ciò si faccia non solo a colpi di tweet ma stando fra le persone, risolvendo i loro problemi sui territori e tornando a recuperare con i fatti un elettorato che se si è allontanato ha i suoi buoni motivi. Ecco quei motivi vanno ricercati e gli errori corretti. Non ci sono vie di mezzo. 


E il rapporto con le altre forze di opposizione?
Il PD in questa fase deve guardare in casa propria. A mio avviso ha lasciato fin troppo spazio “identitario” a potenziali o reali alleati. Deve fare le proprie battaglie, non far proprie quelle di altri. Penso soprattutto alla riduzione del parlamentari: un grave errore fatto per rincorrere gli umori populisti e chi li rappresentava.


Anche lei pensa che ci debba essere un rinnovamento della classe dirigente del Pd?
Certo. Sempre che questo non sia un rinnovamento di facciata o peggio ancora una  “rottamazione bis”. Penso che in un partito politico come nel lavoro o nella vita ciascuno debba avere il suo spazio: le nuove energie giovani, le donne e la classe dirigente con esperienza. Le operazioni spot spogliano il partito e lanciano messaggi sbagliati. E la mancanza di rispetto e considerazione per chi ha più esperienza e storia dietro le spalle, lo distrugge.


Il Terzo Polo? 
Al momento mi sembra sia ancora in modalità campagna elettorale. Secondo me proprio per via della possibile debacle di Forza Italia potrebbero iniziare a fare un ragionamento più aperto con i liberali che rischiano di rimanere senza rappresentanza. Altrimenti faccio veramente fatica a pensare come possano garantire qualcosa di diverso dal piazzamento personale dei propri leader. 


Arriviamo ai territori e alle future amministrative. A breve ci saranno le regionali e le elezioni per il Comune di Fiumicino. Risentiranno della fase storica? 
Probabile ma è presto per capire in quale direzione. La politica ormai cambia scenario da un giorno all’altro. Negli ultimi giorni siamo passati dal parlare della vittoria definita da alcuni “schiacciante” della Meloni, alla diatriba con Berlusconi che metteva a rischio la formazione del nuovo governo e chissà quanto altro succederà. Di sicuro lo scenario politico nazionale inciderà, e per le forze di opposizione servirà tanta politica e tanta vicinanza al “mondo reale” espressione triste che va tanto di moda per contrastare l’ondata di destra. Pure qui come detto in precedenza: suggerisco molta concretezza. Meno tweet e più politica reale. È un lavoro più duro rispetto a quello virtuale ma più solido e duraturo.