Pubblichiamo l’intervista della Repubblica.it di Alessandra Longo sul DDL prossimo all’esame in Parlamento – Foto Ansa

Senatrice Cirinnà, a pochi giorni dalla discussione in aula del disegno di legge sulle unioni civili, riesce a dormire la notte?
“Molto poco, devo dire. La sera, fino a tardi, mi arrivano messaggi pieni di aspettative: “Monica, non mollare, Monica sei la nostra speranza, Monica voglio vivere qui, nel mio Paese, non voglio sposarmi in Inghilterra o in Spagna”. Sento un peso enorme, quello della felicità degli altri, una felicità che io ho già, perché vivo con l’uomo che amo (Esterino Montino, Pd, ndr) e ho un rapporto molto bello con i suoi quattro figli, con la mia famiglia allargata. Ecco: vorrei che anche gli altri, le persone ora discriminate, possano vivere la loro felicità”.

Ma è vero che suo marito, al mattino, le porta il thè a letto?
“Sì, lo fa da 20 anni. La colazione è il nostro momento insieme e io ho la pressione 50/80”.

Non si direbbe, lei è bella tosta, forse più di quello che pensavano quando le hanno affidato la legge.
“Sono cresciuta con tre fratelli maschi, di cui uno adottivo, e due cugini maschi sullo stesso pianerottolo. Sono stata allevata alla convivenza, al dialogo. In casa mia c’è sempre stato un viavai di parenti. Da noi venivano a morire le vecchie zie rimaste vedove, trovavano rifugio anche i poveri della parrocchia. Mi sono formata come scout, Roma 16, la sezione più “laica”, al punto che il nostro prete poi si è spretato”.

Che cosa ha pensato quando il suo collega Nitto Palma le ha affidato l’incarico di relatrice?
“Gli ho detto subito che ero inesperta. Però il treno passa una volta nella vita e se sei coraggioso lo prendi”.

La Cirinnà non si smonta, la Cirinna non si tocca, la Cirinnà è pessima. Che effetto fa impersonificarsi con una legge?
“Non è una bella sensazione. Prima, ai tempi del Comune di Roma, ero quella che difendeva i diritti dei cani e dei gatti, quella che si occupava delle donne e della differenza di genere, poi quella degli immigrati. Anche adesso, in Parlamento mi spendo per chi non ha diritti ma la personalizzazione è sempre sbagliata”.

La sua famiglia allargata cosa dice?
“Il nostro è un rapporto vero e profondo. Luca, il figlio più piccolo di Esterino, aveva 8 anni quando sono entrata nella vita del padre divorziato. Adesso ne ha 28 e ha la fidanzata. Ho voluto essere la sorella grande, la cugina simpatica. Ho un bel rapporto di complicità con le femmine. A Natale ci siamo tutti, anche le altre due ex mogli di Esterino”.

Lei ha studiato dalle suore vero?
“Sì, mia madre, cattolicissima, famiglia nobile decaduta, si è però resa conto che ero una ragazzina anni 70 troppo curiosa della società. Le suore si lamentavano della mia irrequietezza. Le avevano detto che facevo letture pornografiche. In realtà leggevo “Il Male” e “Lotta Continua”. Lei, comunque, mi ha tolto da quella scuola, mi ha sdoganato”.

Come sarà il Family day di sabato?
“Sarà una bella festa. L’importante è che non ci sia rabbia”.

La parola mediazione le piace?
“Ad una settimana dalla discussione del disegno di legge mi fa tremare i polsi. Che si vuole mediare? Un diritto o c’è o non c’è. Ma so che qualcuno può tirare i fili più in alto di me. Non ho dubbi su Renzi, Boschi e Orlando, su loro no. Ma in questo Parlamento io sono solo la formica che ha portato a casa tutti i chicchi di grano che poteva”.