“Il riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto, di qualsiasi orientamento sessuale, è ormai un dato di fatto ma la famiglia è e rimane un’altra cosa – dice Gabriele D’Intino, dell’associazione culturale ‘2punto11’ – Altri tipi di unioni non possono considerarsi famiglia o matrimonio. Con il ddl Cirinnà non si vuole solo sovvertire quella che è un’istituzione millenaria sulla quale si è costruita la nostra società, ma ‘sdoganare’ un nuovo tipo di prostituzione e business. Madri surrogate, uteri in affitto, stepchilid adoption sono il macabro proseguimento di questo disegno di legge che contiene i semi ideologici dei baroni della sinistra progressista per scardinare i valori della nostra cultura. Non possiamo accettare che tutto questo avvenga. La nostra posizione rimane ferma a difesa della famiglia tradizionale composta da padre, madre e figli. Per questo siamo contro il ddl Cirinnà e per questo auspichiamo che il Parlamento lo bocci quanto prima”.