Continua ancora la saga della lobby del no. In tanti abbiamo creduto che un’Autority Portuale su Fiumicino potesse dare le risposte alle tante problematiche sollevate dagli operatori portuali che negli anni passati (parliamo degli ‘80) intravedevano i primi segnali di abbandono da parte degli enti ministeriali e regionali alle esigenze di intervenire su le strutture.
Il 31 Luglio 1998 fu siglato un protocollo d’intesa tra Associazione operatori del porto, Comune di Fiumicino, Regione Lazio, Autorità Portuale e per il Comune di Civitavecchia l’allora sindaco Pietro Tidei rifiutò di partecipare, sicuramente senza ragioni e per mantenere la sudditanza di Fiumicino nonostante l’appartenenza del porto alla paritetica categoria.
Oggi gli stessi operatori si chiedono cosa sia successo all’iter ormai concluso per far partire la gara e iniziare i lavori.
Perché se da Ottobre 2013 è stata aperta dalla Comunità Europea un’infrazione all’Italia per il porto commerciale, il Ministero dell’Ambiente non ha inviato la benedetta relazione Habitat che tiene bloccati 168 milioni di euro? Perché mettere sotto accusa l’Autorità Portuale e non il Ministero?
Perché solo ora ci accorge delle malefatte di Pasqualino Monti e perché non chiedere le dimissioni dello stesso invece di proporre un’eventuale uscita dall’Autorità se nei prossimi mesi non si vedrà un intervento deciso? Mi chiedo se non fosse più conveniente intervenire nel Comitato Portuale, vista l’importanza della componente del Comune di Fiumicino. Oppure si è cercato di dare visibilità a questo atto considerato che il mandato di Monti è prossimo e si ritiene più opportuno screditarne l’operato?
Questo mio sfogo è frutto di un’analisi attenta della politica di qualcuno. Per coerenza, un’ora dopo l’approvazione dell’ordine del giorno, ho riconsegnato la delega alla pesca e ai rapporti con l’autorità portuale, al capo di gabinetto del Sindaco Montino. Lui sa quanto in questi mesi abbia lavorato alla luce del giorno informandolo sempre del mio operato.
Sono anni, anche durante la presidenza Ciani, che cerco di far rispettare il protocollo d’intesa del 1998, atto ad assumere maestranze e impiegati di Fiumicino per lo svolgimento dei servizi che vengono svolti, invece vediamo personale proveniente da Civitavecchia e fuori dal nostro comune.
Si potrebbe scrivere a lungo sui diversi ruoli importanti che ha avuto il Porto di Fiumicino nei secoli specialmente per via fluviale verso Roma, vera porta del mediterraneo.
Oggi purtroppo il porto canale è ridotto come sempre: una pattumiera che ospita la grande massa di rifiuti che il Tevere trasporta verso la foce per poi arenarsi sulle spiagge della nostra costa. Questo senza che le istituzioni muovano un dito e investano una buona fetta delle risorse del bilancio per ripulire gli arenili, senza un aiuto di altri organi istituzionali come la Regione Lazio e Regione Umbria e tutti quei comuni che si affacciano sul Tevere. Perché allora i consiglieri comunali non portano in aula un ordine del giorno che impegni l’Ardis e l’Autorità di Bacino a intervenire su questo problema?
Quanti interrogativi mi sono posto quando ho letto quell’ordine del giorno articolato, anche con passaggi poco chiari, ma con un obiettivo ben preciso: portare a casa un risultato quasi personale e non politico per risolvere con urgenza i problemi gravi che insidiano l’incolumità di quei pescatori che ogni qualvolta con situazioni meteo avverse preferirebbero più rimanere in mare che entrare in un porto canale con caratteristiche mutate dopo i lavori per la messa in sicurezza contro eventuali esondazioni.