“Il dissesto idrogeologico è un fenomeno che si verifica quando il territorio non è più in equilibrio, sovente a causa della corsa all’urbanizzazione che ha indotto a sfruttare anche le aree più fragili, come le pianure alluvionali. Troppo spesso a fronte dell’edificazione non vengono adeguate la rete dei canali e le infrastrutture che assicurano lo smaltimento delle acque piovane, aumentate notevolmente a causa dell’ampliamento delle superfici cementificate. Nel Lazio l’84% dei comuni conta abitazioni in aree a rischio idrogeologico, ma il 21% dei comuni ha continuato comunque a costruire in zone a rischio anche negli ultimi 10 anni, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze. Secondo l’Ordine dei Geologi del Lazio il comune con la maggiore estensione delle aree esondabili rispetto alla superficie comunale è Fiumicino che ha quasi il 39% della superficie esposto a rischio. In pratica questo significa che in caso di alluvione 4 case su 10 subiranno danni. I danni arrecati dalle ultime alluvioni sono ancora troppo recenti nella memoria di tutti noi per sottovalutare il rischio idrogeologico, che a Fiumicino è reale e concreto. Non abbiamo dimenticato tutti quei cittadini che, messi in ginocchio dalle alluvioni, hanno perso serenità e affetti nelle loro case sommerse dal fango, e sono stati costretti a rialzarsi senza nessun aiuto, perchè quei luoghi non erano stati riconosciuti come aree a rischio idraulico. Il costo che la comunità cittadina deve pagare per il dissesto idrogeologico è ormai insostenibile, e non si può rimandare ancora la programmazione urbanistica di un territorio assaltato dalla cementificazione, che deve essere difeso per ottenere finalmente la tutela giuridica ed i vantaggi e le sovvenzioni derivanti dalla mappatura di rischio. Nel Luglio 2015 la Regione Lazio aveva formalmente richiesto all’Autorità di Bacino del Fiume Tevere una nuova proposta di mappatura delle zone a rischio, che nella seduta del 14 dicembre 2016 del Comitato Tecnico dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere, è stata approvata con il decreto segretariale 42/2015.Il Decreto è un segnale importante di cambiamento del sistema per affrontare finalmente in maniera concreta e fattiva la fragilità storica del nostro territorio. Ecco però che il Sindaco di Fiumicino fa convocare d’urgenza un Consiglio Comunale per chiedere alla Regione Lazio di annullare l’intera mappatura e ripartire con un nuovo studio ed una nuova mappa del rischio idraulico che, presumibilmente, non cataloghi come area di rischio R4 l’intero abitato di Isola Sacra ed altre zone del nostro Comune. Per quale motivo si chiede di ritirare la mappatura del rischio, annullando tutto il lavoro fatto proprio quando l’iter procedurale è stato completato? Perchè la Regione Lazio invece non presenta gli studi effettuati dal Comune di Fiumicino e non chiede semplicemente di modificare il piano per quello che ci riguarda? Nel Consiglio Comunale del 21 dicembre la consigliera Fabiola Velli del M5Stelle ha proposto di modificare l’Ordine del Giorno in votazione e chiedere la modifica del Piano anziché l’annullamento totale dello stesso, ma né la maggioranza né le opposizioni di destra hanno accolto la richiesta. Eppure il Piano di Assetto Idrogeologico è uno strumento di pianificazione modificabile e non una mappatura rigida. Cosa che Montino e i suoi sanno bene, visto che proprio a seguito di alcuni interventi di messa in sicurezza idraulica sul Canale di Fiumicino, la stessa Autorità di Bacino ha declassificato le aree soggette a rischio esondazione limitrofe al Canale stesso. Montino e Pagliuca hanno erroneamente dichiarato che in R4 non si può fare nemmeno la manutenzione degli edifici, invece di spiegare ai cittadini che come previsto dal Piano di Assetto Idrogeologico sono ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, le opere interne agli edifici, tra cui l’aumento di volume, la diversa distribuzione dei volumi esistenti, i cambi di destinazione d’uso, nonché la realizzazione di attrezzature ed impianti sportivi e ricreativi all’aperto, etc. I cittadini devono sapere che realizzare opere edilizie in R4 è possibile, rispettando le condizioni di sicurezza idraulica, e nei casi in cui dovesse essere richiesto il nulla osta dell’autorità idraulica competente, i funzionari dell’Amministrazione Comunale hanno l’obbligo giuridico e legale di adoperarsi per il corretto svolgimento di tutte le procedure di loro competenza. Inoltre si possono proporre alcuni interventi di messa in sicurezza idraulica fra le opere a scomputo, oppure destinare una parte degli oneri concessori proprio per interventi di messa in sicurezza. (come previsto dalla legge 28 dicembre 2015, n. 221). I cittadini però devono anche sapere che l’abitato di Isola Sacra è effettivamente per la sua quasi totalità in area R4, e se pure si cambiassero i parametri o le perimetrazioni, come richiesto dalla giunta Montino, il rischio effettivo non cambia. La soluzione ovviamente non è quella di lasciare le proprie abitazioni, ma piuttosto mettere in sicurezza il territorio, riducendo i livelli di rischio non più solo attraverso opere di difesa passiva, ma con piani organici di interventi di carattere preventivo: come la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua, dei versanti, delle opere esistenti; il potenziamento delle reti di monitoraggio e dei sistemi di preallertamento. Anche sulle idrovore c’è molto da dire perché i costi e le responsabilità di funzionamento per le zone in R4 sono a carico della Regione Lazio e in nessun modo deve essere il Comune a sostenere le spese come invece proprio ieri ha dichiarato Montino. Oltre alla salvaguardia del territorio però si deve guardare anche alla salvaguardia degli interessi dei cittadini, e se sarà necessario si dovranno rimettere in discussione i valori catastali di abitazioni, negozi e capannoni, che insistono in R4 e provvedere all’eventuale risarcimento di chi per anni ha pagato tasse per un bene che nella realtà non era edificabile. E’ ora che l’Amministrazione Comunale si faccia carico di un problema di giustizia sociale, perchè i cittadini sono stanchi del solito scaricabarile e chiedono la soluzione di una vicenda che ormai va avanti da troppo tempo. E’ importante inoltre che vengano fatte le opportune distinzioni fra chi vorrebbe costruire una casa ad uso familiare, ed ha tutti i diritti di farlo seguendo le opportune specifiche tecniche, e chi invece vorrebbe realizzare speculazioni edilizie a forte impatto ambientale che comprometterebbero ulteriormente la sicurezza del nostro territorio. E qui veniamo a quanto dichiarato da Montino in chiusura del Consiglio del 21 dicembre, che ha fatto notare ai presenti che la nuova mappatura di rischio rappresenterebbe un grosso freno anche per il piano di espansione dell’aeroporto che, come sappiamo, prevede la costruzione di una grande cubatura per capannoni e edifici commerciali, con un impatto ambientale di gran lunga più devastante che non la realizzazione delle abitazioni dei cittadini, e con risvolti economici notevolissimi. L’obiettivo principale è quello di mettere in sicurezza tutto il territorio comunale e contenere i costi del dissesto idrogeologico, non più sostenibili per l’intera comunità cittadina. Gli eventi alluvionali per pioggia sono ormai fenomeni che purtroppo fanno parte della nostra quotidianità, e dobbiamo comprendere che la programmazione di uno sviluppo urbanistico che tenga conto dei rischi e dei vincoli, è il solo vero strumento a difesa dei diritti dei cittadini e del territorio”.

 

Fabiola Velli (Consigliere Portavoce M5S)