La Commissione Ue ha avvertito oggi l’Italia che rischia il deferimento alla Corte europea di giustizia sul caso della discarica a Malagrotta. L’esecutivo comunitario ha infatti inviato un parere motivato in cui chiede di uniformarsi alle norme europee in materia di trattamento dei rifiuti “entro due mesi”. “Vista l’interpretazione restrittiva della definizione di sufficiente pretrattamento dei rifiuti da parte delle autorità italiane, la discarica di Malagrotta nella regione Lazio contiene rifiuti che non hanno subito il pretrattamento prescritto”, si legge nel documento di Bruxelles. L’Esecutivo Ue si dice inoltre “preoccupato” in quanto – dice – “altre discariche situate nella Regione Lazio, potrebbero trovarsi nelle stesse condizioni”.  Da un’indagine condotta da Bruxelles è infatti emerso che nella discarica di Malagrotta, e forse in altre discariche del Lazio, parte dei rifiuti vengono interrati senza essere prima trattati. Nel piano di gestione dei rifiuti per la regione Lazio adottato nel gennaio 2012 sono state riscontrate “contraddizioni tra la capacità di trattamento meccanico-biologico nel Lazio e il quantitativo di rifiuti prodotto nella Regione”. Il deficit di capacità ammonta a quasi 127mila tonnellate all’anno nella provincia di Latina, e a piu’ di 1 milione di tonnellate in quella di Roma. Di conseguenza, sottolinea la Commissione, “un rilevante quantitativo di rifiuti viene interrato senza subire un adeguato pretrattamento”, costituendo una “seria minaccia alla salute umana e all’ambiente”. I servizi del commissario Ue all’ambiente Janez Potocnik gia’ il 17 giugno di un anno fa avevano inviato una lettera di messa in mora all’Italia, che costituisce il primo passo di una procedura d’infrazione. Secondo le autorità italiane, però, i rifiuti interrati a Malagrotta dovrebbero essere considerati come se avessero subito un pretrattamento, in quanto sono stati sminuzzati prima di essere interrati, mentre per Bruxelles questo “non è sufficiente”, perché “occorre un trattamento meccanico-biologico dei rifiuti per stabilizzarne il contenuto organico, processo atto a ridurre il possibile inquinamento”. Per i servizi Ue, poi, non sono state adottate “misure sufficienti” per ridurre i rischi su salute e ambiente.