“Sassoli, Ranucci. Prima ancora Gentiloni. I nostri quadri di partito fanno a gara per mettere la bocca sul raddoppio dell’aeroporto.” È quanto dice il Segretario dell’Unione Comunale, Stefano Calcaterra. “Si deve fare questo, si deve fare quell’altro – prosegue Calcaterra – Ma hanno mai parlato con il sindaco Montino? Gli è mai venuto in mente di fare un salto qui a Fiumicino, incontrare i comitati, i cittadini, i consiglieri comunali della maggioranza che oggi governa la città? Sentire magari cosa ne pensino. Facile parlare da Bruxelles o da Roma dove i voli si percepiscono a mala pena. Qui il rumore, l’inquinamento ce lo becchiamo tutti i giorni. E senza ricevere in cambio poi molto se non contratti stagionali, precariato, licenziamenti, cassintegrazioni. L’Unione Comunale appoggia senza tentennamenti il sindaco Montino: noi il raddoppio non lo vogliamo. Non ci sono rassicurazioni che tengano. Sbagliano strada. È una speculazione commerciale e per questo la consideriamo. Desertificare uno dei Comuni più belli e ricchi di storia e verde d’Italia per far grandi le tasche di qualche imprenditorone non ci interessa. Di far fare gli affari a Benetton, non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello. La linea è quella tracciata dal sindaco Montino, dal sindaco di Roma Ignazio Marino che un anno fa alla festa di Torrimpietra concordò con noi che un raddoppio dell’attuale sedime aeroportuale è inutile. Con l’ex segretario del Pd Bersani che al Capranichetta due anni fa disse senza peli sulla lingua che il Pd a tutti i livelli era contrario al raddoppio dell’aeroporto. In un partito per sua accezione Democratico, per carità, tutti hanno il diritto di esprimere la propria opinione anche se fuori dal coro. Ma almeno informarsi. Quello è alla base del mestiere. Fiumicino l’ampliamento non lo vuole. Questa maggioranza men che mai. Si mettano l’anima in pace ed entrino nell’ottica che se una cosa si deve fare è rivitalizzare l’aeroporto, ma dall’interno. Farlo funzionare. Portarlo ai livelli europei. E non ci dicano che una quarta pista sia la panacea di tutti i mali. Non ci crede nessuno. Serve invece mettere mano pesantemente su un Leonardo Da Vinci inefficiente. Con sette società di handling che si fanno la guerra (a Londra ce ne sono solo due) e non funzionano. Recuperare i bagagli continua a essere un’Odissea. Lo sviluppo infrastrutturale è fermo da anni, ma AdR è riuscita a ottenere il raddoppio delle tariffe. Con qui soldi che ci fa? Inizi a far rispettare il contratto unico di settore siglato non molto tempo fa. Faccia finalmente decollare il Leonardo Da Vinci. Prenda esempio dalle grandi capitali europee, Londra, Parigi. Le piste non fanno grande un aeroporto in termini qualitativi ma quantitativi. Servono a fare business. E di business non ce n’abbiamo proprio bisogno”.