Gli amanti del buon vino hanno l’abitudine di mettere a confronto con lo Champagne i vini spumante prodotti in varie parti del mondo. Ciò non sorprende dal momento che lo Champagne è stato sin dalla sua creazione un modello da seguire per tutti i vini con le bollicine, per via del suo fantastico sapore e del suo stile ineguagliabile.

I produttori di vino che si dedicano alla vinificazione di spumanti usano spesso il cosiddetto metodo champenoise mediante il quale il vino fermo riceve un’aggiunta di zucchero chiamata dosaggio che avvia una fermentazione secondaria in alcol ed anidride carbonica. Altri metodi più semplici, come è il caso dello Charmat, vengono utilizzati per produrre vini spumanti più economici, come il Prosecco, che ha raggiunto una quota di mercato importante a livello mondiale nella sua categoria.

Gli spumanti della Franciacorta vengono invece prodotti con il metodo classico o champenoise, e ciò si riflette nella loro eccelsa qualità che negli ultimi anni li ha portati a rivaleggiare direttamente con gli Champagne, specie quando si tratta di pensare agli acquisti da fare per le festività natalizie. Come gli Champagne, i vini Franciacorta sono solitamente una miscela di uve Chardonnay e Pinot Nero, con certe proporzioni di Pinot Bianco e, solo di recente, Erbamat, un antico vitigno bianco autoctono della Franciacorta che è stato riscoperto da alcuni produttori locali.

Come per la maggior parte dei vini italiani, le qualità uniche dei vini della Franciacorta non furono pienamente apprezzate fino al secondo dopoguerra, con il recupero dei vigneti negli anni ’50. Solo nel 1967 il nome Franciacorta ottenne il riconoscimento ufficiale come DOC secondo la normativa italiana. Era un periodo di sperimentazione, quando una dozzina di aziende vinicole lombarde, tra cui la celebre Ca’ del Bosco di Massimo Zanella, cercavano di ottenere maggiore consistenza e raffinatezza nei vini di Franciacorta, utilizzando il vitigno Chardonnay nella miscela, che alla fine divenne l’uva predominante negli spumanti.

Nel 1983 gli ettari coltivati erano 550, con una produzione di circa un milione di bottiglie all’anno. Oggi siamo arrivati a 1500 ettari, con decine di produttori distribuiti fra 19 comuni della provincia di Brescia autorizzati a portare la denominazione Franciacorta sulle etichette dei loro vini, la cui popolarità è ora alle stelle anche online. Basta uno sguardo nel portale del motore di ricerca Trovino per rendersi conto che decine di enoteche online propongono nel loro catalogo tutte le migliori etichette di vini Franciacorta ed il volume di compravendite è in constante ascesa, in controtendenza rispetto all’annata negativa del mercato del vino italiano in generale, per via di una vendemmia complicata dal clima pazzo di questo 2023.

Le cantine più celebri, come Guido Berlucchi, Barone Pizzini, Bellavista e Ricci Curbastro sono entrate nel gotha dell’enologia mondiale e propongono diverse offerte ed edizioni limitate per permettere agli amanti del vino di degustare una delle loro pregiate creazioni durante le celebrazioni natalizie e di fine anno e di creare in questo modo intriganti e variegati abbinamenti gastronomici con le portate di cene a pranzi.

Il Franciacorta Brut si sposa eccezionalmente bene con i cibi e i prodotti della Lombardia, come il Gorgonzola erborinato, la Robiola bresciana, la luganega, la zuppa pavese, l’osso buco, il vitello tonnato e il risotto allo zafferano. Il più dolce Franciacorta Demi-Sec è delizioso con il torrone e il panettone natalizio. Tra i consigli per gli acquisti natalizi segnaliamo il Franciacorta Brut di Barone Pizzini ed il Franciacorta Saten della cantina 1701 Franciacorta, con il suo eccellente rapporto qualità/prezzo.