“Molti cittadini di Fiumicino subiscono un forte inquinamento acustico dovuto all’aeroporto e spesso lamentano la mancanza di norme di tutela. In realtà più che una carenza di regole e leggi a mancare sembra essere il rispetto delle norme esistenti, anche quando queste sono state ottenute magari a prezzo di lunghe battaglie”. È quanto si legge in una nota del Comitato FuoriPista.

“Un caso del genere – prosegue la nota –  è quello dei fondi IRESA finalizzati a contenere l’inquinamento acustico aeroportuale. Con grande stupore, infatti, rileviamo che malgrado i fondi dell’IRESA siano ormai da anni nella disponibilità dell’Amministrazione Comunale non sono stati spesi per le finalità a cui sono destinati. 

Come è noto, l’IRESA è una tassa o meglio una imposta di scopo a carico delle compagnie aeree destinata a contenere/abbattere l’inquinamento acustico prodotto dalle attività aeroportuali, risorse che devono servire al completamento dei sistemi di monitoraggio e disinquinamento e agli eventuali indennizzi alle popolazioni residenti delle zone A e B dell’intorno aeroportuale (art. 90 e ss. Della Legge 342/2000).

Riteniamo assurdo che l’Amministrazione Comunale non utilizzi i primi importanti fondi che la Regione ha già trasferito al Comune di Fiumicino (all’incirca 1.374/00 euro) e chiediamo al Sindaco e ai consiglieri Comunali e Regionali di informarsi e rendere note le ragioni della sospensione dei trasferimenti dei fondi IRESA al Comune.

Sempre sulla questione rumore, è urgente e non più dilazionabile l’aggiornamento e ridefinizione dell’impronta acustica (coni di volo) ferma al 2004. Venti anni fa!

Sollecitiamo quindi l’Amministrazione Comunale di Fiumicino a richiedere la convocazione della apposita Commissione aeroportuale ricordando al Sindaco la necessità di farsi parte attiva presso ADR affinché adempi a quanto prescritto dal Decreto Ministeriale del 29 novembre 2000 che definisce gli obblighi del gestore aeroportuale destinati a contenere ed abbattere il rumore.

L’art. 2 di tale Decreto stabilisce infatti che le società e gli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto e delle relative infrastrutture – inclusi i Comuni, le Province e le Regioni – hanno l’obbligo di:

  • Individuare le aree nelle quali, per effetto delle infrastrutture stesse, si abbia il superamento dei limiti suddetti;
  • Determinare lo specifico contributo a tali limiti da parte delle infrastrutture;
  • Presentare al Comune e alla Regione o all’autorità da esse indicata – ai sensi dell’art. 10, comma 5, L.26 ottobre 1995, n. 447 – il piano di contenimento ed abbattimento del rumore prodotto nell’esercizio delle attività aeroportuali.

Il Decreto prevede anche che i Comuni possano notificare alle società ed enti gestori di servizi pubblici di trasporto e delle relative infrastrutture l’eventuale superamento dei limiti previsti, mentre sono a carico di dette società ed enti gestori gli oneri per le attività di risanamento.

Inoltre ogni anno l’ente gestore – nel nostro caso ADR – deve comunicare anche al Comune le risorse economiche accantonate per effettuare gli interventi di risanamento e contenimento.

Ci aspettiamo quindi una forte presa di posizione da parte del Comune a difesa delle proprie prerogative e in favore dei cittadini che subiscono più intensamente l’inquinamento acustico prodotto dall’aeroporto, tanto più che tra le responsabilità del Sindaco vi è anche quella della salute della popolazione del suo territorio; responsabilità che condivide con il Consiglio comunale.

Auspichiamo inoltre che i consiglieri Comunali e Regionali intervengano per sollecitare la ripresa dei trasferimenti dei fondi IRESA e il rispetto di quanto sancito dal Decreto Ministeriale in merito agli obblighi del gestore aeroportuale di contenimento e abbattimento del rumore”.