Transizione digitale: la Regione Lazio progetta il futuro

L’Agenda digitale approvata dalla Giunta regionale del Lazio per il periodo 2022-2026 avrà un ruolo centrale per la digitalizzazione del territorio. Il documento segue la direzione indicata dal PNRR, i cui fondi saranno fondamentali per lo sviluppo del progetto, come spiega Roberta Lombardi, assessora alla Transizione ecologica e trasformazione digitale. In sintesi, l’Agenda punta a utilizzare e valorizzare al meglio i dati per migliorare la qualità della vita e la competitività, e rendere i servizi più accessibili a tutti.

Il piano per la transizione digitale del Lazio

I pilastri strategici sui quali la Regione si propone di agire sono infrastrutture abilitanti, sicurezza informatica, formazione, accessibilità alla tecnologia, e maggiore fruibilità dei servizi. Il documento è stato frutto di una consultazione pubblica indirizzata a cittadini, imprese ed Enti locali, che hanno partecipato al processo inviando idee e proposte. Attraverso l’implementazione di questi contributi si è giunti a un piano che mira a creare un futuro più inclusivo e sostenibile attraverso le potenzialità del settore digitale.

Entro il 2026, anno di riferimento anche per le misure finanziate dal PNRR, la Regione punta a raggiungere alcuni obiettivi principali. Il primo riguarda il gap digitale, che dovrà essere colmato fornendo competenze digitali di base almeno al 70% della popolazione. Si vuole poi raddoppiare il numero di cittadini con competenze avanzate, e incrementare del 50% le piccole e medie imprese che impiegano specialisti ICT. Si mira inoltre a incoraggiare almeno il 65% della popolazione a utilizzare i servizi pubblici digitali, e almeno l’80% a usare Internet regolarmente. Attraverso questo documento programmatico, la Regione vuole diventare un centro per l’innovazione, e al tempo stesso includere tutti attraverso una maggiore accessibilità e la diffusione di nuove opportunità per i cittadini.

Nuove professioni e opportunità lavorative

Oltre alla possibilità di avere accesso in modo più comodo e semplice ai servizi pubblici, raggiungibili senza code dai propri dispositivi, la transizione digitale crea anche tutta una gamma di nuove professioni e opportunità di carriera. Accanto alle iniziative pubbliche per fornire ai cittadini competenze digitali di base è disponibile una grande offerta formativa che aiuta ad acquisire conoscenze di livello più elevato. Si possono ad esempio imparare solide basi di coding scegliendo un corso programmazione online con Aulab, per avviarsi alla carriera di web developer oppure costruire le basi per una delle tante professioni digitali richiestissime sul mercato del lavoro. Attraverso percorsi formativi intensivi e con un approccio pratico chiunque può sfruttare le occasioni interessanti legate alla digitalizzazione, senza necessariamente passare per il lungo cammino universitario. In questo modo si può scegliere una nuova carriera ed entrare più agilmente nel settore ICT, che nei prossimi anni continuerà a espandersi e a richiamare professionisti esperti e capaci.

Colmare il divario tra domanda e offerta di professioni ICT

Le aziende del Lazio sono tra quelle che cercano e assumono il maggior numero di professionisti nel settore ICT. Rimane tuttavia un divario tra le competenze che le aziende richiedono e quelle in possesso dei candidati in cerca di lavoro. La difficoltà nel reperire il personale idoneo rallenta la crescita e ostacola l’innovazione, ed è quindi necessario investire sulla formazione per preparare i candidati a ricoprire queste posizioni. Nel corso del 2021, tra il 30 e il 40% delle aziende ha avuto problemi nell’individuare figure idonee con competenze matematico-informatiche avanzate o con la capacità di gestire soluzioni innovative di alto livello. In particolare, è complesso trovare sviluppatori di software, esperti di sicurezza informatica, ingegneri elettrotecnici e amministratori di sistemi informatici. Il gap tra domanda e offerta sul mercato del lavoro continuerà con ogni probabilità a essere presente anche nei prossimi anni, fino a che non si saranno formati i professionisti ICT del futuro.