Da sempre la toponomastica indica che la città di Fiumicino deriva il suo nome dal latino “Flumen micinum”, piccolo fiume, riferendosi alla Fossa di Traiano, cioè al canale che funge da attracco per le imbarcazioni alla foce del Tevere.

Eppure il concetto di “piccolo fiume” è stato preso a prestito anche altrove per denominare una località sorta appunto accanto a un corso d’acqua. Infatti, al confine tra la provincia di Rimini e quella di Forlì-Cesena, esiste un’altra Fiumicino, un piccolo borgo che oggi rappresenta una delle frazioni del Comune di Savignano sul Rubicone, in Emilia-Romagna. Il quartiere deve appunto il suo nome al fiume Rubicone, che fino agli anni ’20 del secolo scorso si chiamava Fiumicino, come attestato da alcuni documenti e mappe antiche.

A confronto della “nostra” città di Fiumicino, la località romagnola con i suoi 500 abitanti è una realtà molto piccola, ma vanta anche un primato tutto suo: è lì, infatti, che sorge il più antico santuario della Diocesi di Rimini, il Santuario della Beata Vergine delle Grazie. La sua storia risale all’inizio dello scorso millennio, quando questo luogo venne scelto dall’eremita Salimbene che vi trovò rifugio per una vita solitaria di preghiera a cavallo tra il XII e XIII secolo. Negli anni è sorto a Fiumicino un piccolo paesello, la cui vita è stata completamente dipendente e scandita dalla presenza dell’eremo che divenne poi un santuario mariano.

Nel 1350, proprio in quella piccola frazione, accade qualcosa di straordinario. Un giovane pellegrino proveniente da Venezia e diretto a Roma venne ospitato lì da una famiglia e, pieno di riconoscenza e gratitudine, decise di ricambiare dipingendo sul muro di quella umile casa un piccolo affresco raffigurante una Madonna con il Bambino sulle ginocchia. Nel tempo crebbe la devozione per la “Signora di Fiumicino”, e la comunità decise di costruire una piccola cappella in cui inserire l’affresco, per poterlo onorare degnamente. È proprio in quella occasione che avvenne il “trapasso”, un evento inspiegabile che don Vittorio Mancini, parroco a Savignano dagli anni ’60, ha raccontato nel suo libro del 2021 “Fiumicino sul Rubicone – Il Santuario della Beata Vergine delle Grazie”.

“Il sacello – spiega il sacerdote – viene aperto con canti di esultanza: la pittura appare in luce sfolgorante e in tutta la sua bellezza. (…) Ma il giorno dopo la Madonna non è più nel sacello. La si ritrova nel suo angolo solitario, come atto della sua predilezione per il luogo povero vicino al fiume. Lì vuole rimanere per essere visitata e invocata. Vuole vivere nelle nostre case, vicina a noi, non nelle regge. La Madonna ha scelto Fiumicino e da lì non si muove”.

Da allora, alla Madonna delle Grazie di Fiumicino, che si festeggia ogni anno la seconda domenica di settembre, vengono attribuiti oltre 150 miracoli e guarigioni in 500 anni, come testimoniano i numerosi ex voto portati dai fedeli e conservati in una saletta parrocchiale.

“Sapevo dell’esistenza di questa frazione di Savignano che porta lo stesso nome di Fiumicino – dichiara Pino Larango, presidente della Pro Loco di Fiumicino – avevo visitato il piccolo borgo romagnolo, incuriosito dalla singolare omonimia topografica”.

E chissà se prima o poi non sarà possibile organizzare un vero e proprio gemellaggio con la “nostra” città di Fiumicino. Nel frattempo ringraziamo Caterina di Fiumicino di Savignano sul Rubicone, che ci ha gentilmente raccontato alcune peculiarità di questo piccolo borgo romagnolo.