Tornano a colpire i ladri di rame. Dopo l’ingente furto di lunedì 19 novembre che ha paralizzato la circolazione ferroviaria tra Roma e il litorale, stavolta a essere vittima di questa pratica illecita è stata una villetta di recente costruzione che si trova tra via Coni Zugna e via Ingrellini a Isola Sacra. I ladri hanno portato via tutte le grondaie di rame, ormai ribattezzato “oro rosso”. Questi ultimi episodi, di un fenomeno ormai all’ordine del giorno che cresce in maniera esponenziale, hanno riacceso i riflettori sul problema. Un chilo di rame puro, attualmente, può valere fino a 7,053 euro per chilo. In media, i prezzi praticati dalle aziende che acquistano rame usato, nonostante il valore monetario del metallo possa subire variazioni quotidiane,si aggirano attorno ai 4 euro al chilo per il rame che deriva da lattoneria. Per i fili di rame, invece, la loro stima dipende dalla topologia dei fili. Il guadagno dalla loro vendita può oscillare dai 3 ai 7 euro al chilo, se i fili sono già ripuliti dalla guaina isolante che li ricopre. Parallelamente, però, esiste una organizzazione clandestina che vedrebbe i ladri consegnargli l’oro rosso per ricavare cira 2-3 euro al chilo. Il secondo passaggio vede i ricettatori cedere la materia prima alle fonderie, ad un prezzo che si attesta tra i 4 e i 5 euro al chilo; le fonderie trasformano il rame in lingotti, consegnandolo agli spedizionieri, che inviano i container carichi di oro rosso in Oriente. Molto spesso il rame sottratto in Italia va a finire in Cina, dove la straordinaria crescita industriale degli ultimi anni ne ha fatto aumentare esponenzialmente la richiesta, da utilizzare negli impianti e nei macchinari elettrici. Il metallo così viene usato per costruire molti prodotti tra cui rubinetti, attrezzature, giochi per bambini e cellulari. Che poi, di frequente, tornano in Italia per essere venduti, dando così vita a un circolo vizioso.