Un delfino di due metri è rimasto impigliato ieri in una rete da pesca al largo della spiaggia di Fregene. Ad accorgersene, intorno alle 14.00, è stato un uomo a bordo di una imbarcazione che passava proprio accanto alla rete da posta fissa. Il diportista si è accorto subito che un cetaceo di medie dimensioni era rimasto intrappolato nelle maglie: “è un delfino di un paio di metri rimasto agganciato con la coda”, ha segnalato subito al telefono alla Sala operativa della Capitaneria di Porto di Roma. Che immediatamente ha disposto i soccorsi coordinandosi con il Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza di Civitavecchia e con una squadra di  sommozzatori dei vigili del fuoco del Comando Provinciale di Roma. Una task force che ha tentato in tutti i modi di liberare il delfino dalla rete da pesca nella quale con i suoi scarti si avvolgeva sempre di più. Ma i sommozzatori non hanno avuto fortuna, l’animale, impedito nei movimenti e preoccupato dalla presenza degli uomini, non si è lasciato avvicinare. E nonostante tutta l’esperienza e la professionalità del pool, alla fine non è stato possibile aiutarlo, tanto che al tramonto si sono perse definitivamente le tracce del delfino la cui fine sembra segnata. Continua “l’annus horribilis” per i delfini, da sempre vittime di scontri con imbarcazioni o delle reti dei pescatori ma che ora devono fare i conti con una epidemia che li sta decimando. Sono più di cento dall’inizio del 2013 gli esemplari trovati morti nel Mediterraneo, per quel “male oscuro dei delfini” che sta facendo impazzire i biologi marini di tutta Italia che non hanno trovato una risposta definitiva alla strage in corso. L’ipotesi virus o “morbillo dei cetacei”, non convince tutti, certamente non gli ambientalisti che guardano invece all’inquinamento progressivo delle acque marine. Molti di questi animali sono stati ritrovati sulla costa del litorale romano, tra Fiumicino, Passoscuro, Focene e Maccarese, in particolare tra febbraio e marzo. Ma nel frattempo l’epidemia della specie stenella striata o “stenella coeruleoalba” ha assunto proporzioni molto più ampie.  E in questa situazione di allarme generale il delfino rimasto ieri impigliato nella rete non può essere archiviato come un semplice incidente ma diventa l’ennesimo, sfortunato, caso di una strage che appare senza fine.