Giù il cappello. Questa volta tocca a noi rendere omaggio a un personaggio che per tanti anni è stato un simbolo di Fiumicino: Francesco Romanelli, il comandante dell’aeroporto. Il Da Vinci è stato il suo regno, arrivato da Roma a Fiumicino alla fine del 1976, dopo aver vinto il concorso nei Vigili Urbani, dal 1° luglio del 1977 ha preso servizio allo scalo internazionale occupandosi della pubblica sicurezza e ricoprendo dal 1999 il ruolo di comandante del Nucleo della Polizia locale. Un vero simbolo, sempre pronto ad aiutare chiunque si trovasse nei guai in partenza o all’arrivo in aeroporto. Qualunque problema Romanelli era lì, pronto a sbrigliare la matassa. Solo a pensarci ci si sente subito orfani del suo sorriso bonario e rassicurante tra un terminal e l’altro.
“Sono stato fortunato – racconta lui a un tavolino di un bar – ho fatto un lavoro che mi ha dato grandi soddisfazioni in cui sono potuto migliorare lavorando insieme a tante persone e istituzioni, l’aeroporto è stato il mio regno”. Diventando lui stesso una istituzione: l’ambasciatore Romanelli, un punto di riferimento per tutti, compagnia di bandiera e Adr compresi.
In tutti questi anni ne ha viste di tutti i colori, il più delle volte è stato lui a ricevere per conto dell’amministrazione comunale le maggiori personalità del mondo che passavano in aeroporto. Tra i ricordi più belli quello di Bush senior che quando lo vide andargli incontro, impeccabile con la divisa bianca, voleva farsi una foto con lui. “L’emozione di incontrare papa Francesco è una cosa impossibile da dimenticare – rivela – ma anche quel bambino con disabilità accompagnato dal sindaco Veltroni con cui feci colazione prima della sua partenza per Milano dove doveva fare delle cure. Oggi è diventato un uomo ma ogni volta che viene in aeroporto ci incontriamo”.
Naturalmente ci sono anche gli episodi sgradevoli: “Il giorno più buio è stato senza dubbio il 27 dicembre del 1985, l’attentato in cui morirono 16 persone. Tutto iniziò alle 21.02 e io ero proprio lì, nel nostro ufficio dove si gettarono in tanti per cercare rifugio dalle pallottole che volavano”.
Anche se è nato a Roma, per lui era scritto che il crocevia decisivo fosse Fiumicino. È stato qui, quando era appena arrivato da poche settimane nel 1976, che ha incontrato la futura moglie con cui si è sposato il 2 luglio del 1980 mettendo su famiglia. E poi l’aeroporto, un mondo parallelo, l’altro grande amore arrivato alle nozze di rubino con più di 40 anni di servizio. Negli ultimi anni con la Giunta Montino si è diviso tra l’aeroporto e il Comune, il sindaco lo ha voluto come vicecomandante della Polizia locale al fianco di Giuseppe Galli in tutto e per tutto. “Un’altra grande esperienza professionale e umana che mi ha dato tante soddisfazioni – dichiara – devo ringraziare tutti, il sindaco, gli assessori, i consiglieri comunali, Galli, i colleghi, per la fiducia che mi hanno accordato”.
Il 30 settembre al brindisi di saluto davanti alla sede comunale erano presenti tutti, maggioranza e opposizione, nessuno poteva perdersi il saluto a Francesco Romanelli. Si fa fatica ora a immaginare di lasciare in pensione una persona così, di perdere per semplici motivi anagrafici l’apporto della sua esperienza, della sua energia, della sua competenza. Siamo sicuri che una soluzione si troverà per fare in modo che il “comandante” torni a rassicurarci con il suo sorriso.