L’esempio virtuoso del Porta a Porta nel Comune di Fiumicino sulla tematica dei rifiuti con la proposta in discussione in consiglio regionale di centralizzare in ambiti provinciali tutti i poteri e la gestione del ciclo integrale dei rifiuti (dallo spazzamento, ai rifiuti stessi, all’igiene urbana), tariffe incluse che non sarebbero più di gestione dei comuni. è stato raccontato dal sindaco Esterino Montino in una lettera a “Il Tempo”.

“Ho letto con interesse – scrive Montino – l’articolo pubblicato dal Tempo il 29 gennaio a proposito dei rifiuti delle grandi città, di Roma e dei costi che comportano per i bilanci della Capitale e per i cittadini. Da sindaco di Fiumicino non ho potuto fare a meno di fare un confronto con i nostri numeri. I dati pubblicati dimostrano che un’alta percentuale di differenziata, oltre a fare bene all’ambiente, conviene economicamente. E noi, a Fiumicino, lo sappiamo bene. A quanto pare, a Roma la spazzatura costerebbe 351 euro a testa con una differenziata del 43% e per un totale di quasi un miliardo.

A Fiumicino vivono circa 90 mila persone di cui 80 mila residenti. Ognuno, in media, spende 120 euro l’anno per un totale di 11 milioni e 150 mila euro di gettito. Naturalmente, i residenti spendono meno dei non residenti e a queste dobbiamo aggiungere le utenze commerciali il cui gettito è di quasi 6 milioni l’anno. Inoltre, ci sono tariffe agevolate in base all’età, al reddito e per le persone con disabilità. A cosa si deve questa enorme differenza? Innanzitutto al fatto che Fiumicino è all’80% di differenziata. È vero che il porta a porta costa molto, ma è altrettanto vero che garantisce rifiuti riciclabili di altissima qualità (carta, plastica, vetro, metallo) che il Comune rivende.

La seconda ragione è che un’alta percentuale di differenziata abbassa drasticamente la frazione di secco residuo, cioè di rifiuti indifferenziati: i più costosi da smaltire. Meno se ne producono, più si abbassano i costi.

Non vi racconto questo per autocompiacermi nè per criticare altri perché conosco la difficoltà della gestione di una grande città. Li racconto perché in questi giorni si discute in Consiglio Regionale una proposta di costituzione degli Ambiti Territoriali ottimali per i rifiuti, le ‘Ato’. Il cuore della proposta è di centralizzare, in ambiti che coincidono con le province, tutti i poteri e la gestione del ciclo integrale dei rifiuti (dallo spazzamento, ai rifiuti stessi, all’igiene urbana), tariffe incluse che non sarebbero più di gestione dei comuni.

Al netto del fatto che non ha senso pensare che uno stesso ente possa gestire lo spazzamento di Roma e quello di Velletri o di Affile, questo significherebbe che presto i comuni virtuosi come il nostro che negli anni hanno raggiunto risultati enormi, e in provincia sono tanti, verrebbero penalizzati con aumenti vertiginosi della Tari per uniformarla in tutto l’ambito territoriale. Da sindaco auspico che il Consiglio ci ripensi e che si concentri, invece, sulla programmazione e la costruzione degli impianti industriali per la gestione dei rifiuti, perché è lì che c’è un forte e grave ritardo. Ed è lì che si concentra il 90% dell’emergenza di Roma. Programmare e progettare, senza colpire le cittadine e i cittadini dei comuni virtuosi che, invece, andrebbero premiati. In questo il Pnrr ci dà una grossa opportunità che non va sprecata”.