Continuano ad arrivare tasselli per formare quel puzzle di “Comune più ciclabile del Lazio” obiettivo dichiarato della Giunta Montino.
In questo caso si tratta del percorso ciclo-pedonale che collegherà il centro Parco Leonardo con Porto e per la cui realizzazione è ormai prossima l’aggiudicazione del bando, per un importo di circa 1 milione di euro, dopo la valutazione tecnico-economica degli uffici comunali sulle offerte ricevute. L’intervento, come si è detto, rientra nel primo stralcio funzionale di un più ampio progetto che si pone come obiettivo il collegamento ciclabile di Roma con il litorale, nello specifico quello tra il GRA e Fiumicino sull’argine in riva destra del Tevere. L’esistenza di due amministrazioni, Roma e Fiumicino, contemporaneamente coinvolte nel progetto di fattibilità, ha comportato l’esigenza di uno stretto lavoro di coordinamento tra le amministrazioni e i tecnici al fine di pianificare, nel rispetto delle diverse specificità, i criteri generali da adottare nell’ambito di una più generale promozione della mobilità ciclabile e finalizzato in particolare alla valorizzazione e alla fruibilità delle aree golenali e dell’argine del Tevere. Il tracciato ciclo-pedonale, infatti, di tre chilometri circa, si sviluppa quasi interamente sulla sede dell’argine fluviale esistente, con inizio in corrispondenza di una esistente rampa di accesso all’argine sulla via Portuense in prossimità di Parco Leonardo (posizionata tra l’idrovora e la vaccheria Tamaricella), e conclusione in corrispondenza di una seconda rampa in prossimità del piazzale di parcheggio antistante il cimitero comunale di Fiumicino. Per garantire continuità al percorso sono previste due opere: un ponte in affiancamento ad una chiusa esistente, per il superamento del canale di derivazione del Lago di Traiano, e un pontile per il superamento della discontinuità del fronte dell’argine costituita dalla presenza dell’Episcopio di Porto. L’opera, tra l’altro, avrà un importante valenza culturale perché renderà visibili aree caratterizzate da importanti valenze ambientali e testimonianze culturali – architettoniche altrimenti difficilmente accessibili, tra le quali ad esempio il Capo Due Rami e l’Episcopio di Porto. Grande attenzione è stata data all’impatto ambientale al fine di non alterare le condizioni vegetazionali e faunistiche delle rive e del territorio circostante. Alla base delle scelte tecniche è anche stata posta l’esigenza di coniugare il transito dei mezzi carrabili sulla sommità arginale, che può rendersi necessario per interventi d’emergenza, con i requisiti di sicurezza per gli utenti della pista. In ragione di questo la sezione-tipo avrà una dimensione di 4,4 m, al margine dei quali si prevede il posizionamento di una staccionata in legno di protezione del percorso. Tale dimensione, sebbene più ampia della ordinaria larghezza di una pista ciclabile (2,50 m), risulta necessaria per l’esigenza, ritenuta primaria, di evitare elementi di conflitto tra l’intervento e le diverse modalità d’uso della strada sommitale dell’argine.