La sera di lunedì 13 giugno un mare di persone sono accorse nella zona del vecchio Faro e dei Bilancioni di Fiumicino per presenziare alla cerimonia di intitolazione del viale dedicato al grande Maestro Claudio Caligari, indiscusso “narratore di periferie”, come indicato sulla lastra di pietra che porta inciso il suo nome.

“Una moltitudine di gente – si legge nella nota del Collettivo No Porto – attirata dal solenne e al tempo stesso umile omaggio che il collettivo No porto ha voluto fare al Maestro, dedicandogli una strada in un luogo particolarmente significativo per il regista, nonché cornice del suo ultimo lavoro, il film ‘Non essere cattivo’, proiettato lungo il viale dopo la cerimonia. 

Valerio Mastandrea, presente come testimonianza di grande spessore artistico e umano del regista, ha allietato i presenti con racconti sul lavoro e sugli ultimi momenti della vita di Claudio Caligari. L’ attore ha dichiarato con enfasi a tratti commossa di come quel vialetto così suggestivo che costeggia la passeggiata dei bilancioni fosse proprio il luogo più adatto per ricordare Claudio, e probabilmente era proprio la via che il regista avrebbe scelto se avesse potuto intitolarla a se stesso.

Valerio Mastandrea ha anche voluto ricordare Mauro Bonanni il montatore di tutti i film del regista, scomparso proprio qualche giorno fa. Con grande sorpresa per tutti e tutte, era presente alla cerimonia anche Luca Marinelli altro interprete e testimone diretto dell’ultimo lavoro del regista, che tra uno scambio di battute con gli altri attori presenti, ci ha parlato di come in questi sette anni, dopo che Claudio ci ha lasciati, non si sia mai smesso di parlare di ‘Non essere cattivo’. Marinelli ha dichiarato come, dopo tutto questo tempo, fosse ancora emozionato per essere presente lì, ad onorare e ringraziare il regista al quale era legato da un forte sentimento di gratitudine e affetto.

Prima della passeggiata per la rimozione dei drappi che coprivano le targhe, il microfono è passato ad altri interpreti degli altri film del Maestro Caligari, come Michela Mioni interprete di ‘Amore tossico’, film culto dei primi anni ottanta e opera prima del regista nel quale racconta, con lucida e iconica narrazione, fatti e luoghi di un processo sociale molto significativo di quegli anni, caratterizzato dall’uso dell’eroina nelle strade, che al tempo delle riprese trovarono forma espressiva nelle strade di Ostia.

C’era anche Emanuel Bevilacqua, interprete del ‘Rozzo’ nel secondo film del regista ‘L’odore della notte’, che ha speso parole di grande rispetto per il regista e di entusiasmo per l’iniziativa che lo ha visto coinvolto insieme a tutti gli altri attori presenti.

Non è mancato tra le forti emozioni lasciate dalle parole dei protagonisti dell’opera di Caligari, l’intervento degli organizzatori, che senza appesantire la bella atmosfera hanno comunque sottolineato l’importanza storico-culturale dell’area del Faro e dei bilancioni, un’area oggetto da ormai troppi anni di interessi speculativi da parte di privati e istituzioni. In particolare ci si chiede perché il comune, anziché salvaguardare e valorizzare quest’area così suggestiva e importante per Fiumicino, continui ad insistere sulla deriva devastante della costruzione di mega opere portuali, sostenendo acquirenti che con tanta bellezza proprio non c’entrano nulla, e che anzi vorrebbero distruggere storia e luoghi di immenso valore solo per il loro profitto.

Scelte amministrative che danno l’impressione che si voglia passare ‘a ribasso’ questa patata bollente a chiunque fosse disposto a proseguire sul binario morto della costruzione di un porto crocieristico/turistico, con evidente superficialità di chi non sa cogliere la bellezza come sapeva fare Claudio Caligari o chiunque altro attraversi quei luoghi con una macchina fotografica o con un pennello per dipingere.

Speranzosi che l’amministrazione faccia un passo indietro ora che ancora può fare qualcosa, prima che una scomoda e ingombrante eredità venga lasciata per le future generazioni, che già hanno perso parte del loro passato con l’insabbiamento dei bilancioni. Questi luoghi, da sempre frequentati da migliaia di tuffatori, pescatori e dai tanti romani e non solo che d’estate venivano a passare le loro giornate, rischiano di essere spazzati via. Luoghi preziosi, che sanno di tempi lontani, dove tanta pace e bellezza hanno nutrito forme di lotta disposte a tutto pur di proteggerli. Per proteggere insieme a quest’area anche il mare di una intera città, centro vitale per i fiumicinesi, che sanno benissimo che con un porto diventerebbe invivibile.

La proposta criminale di un porto viene pubblicizzata come ‘riqualificazione dell’area’, ma è evidente che quest’opera porterà oltre all’inquinamento e alla totale disarmonia degli equilibri sedimentari della costa (con probabile accentuazione dei fenomeni di erosione), anche alla perdita della memoria collettiva, lasciandoci senza passato, alla mercé di un futuro non roseo come un tramonto fiumicinese, ma grigio come il cemento e i fumi mortali di una nave da crociera”.