Doccia fredda, anzi gelata, sulla vicenda del nuovo centro Amazon a Fiumicino. Il capannone da 80mila mq che doveva sorgere nel quadrante ovest per far nascere uno dei poli di distribuzione più grandi in Italia del gigante dell’e-commerce non si farà più. Nonostante le delibere dell’Amministrazione comunale che avevano spianato la strada rendendo l’operazione vantaggiosa per le parti, alla fine l’affare è sfumato. Non sono noti i dettagli, ma da quello che trapela la trattativa si sarebbe arenata sul costo delle opere di urbanizzazione della zona, una cifra rilevante che sfiorava i 30 milioni di euro. Oltre alla struttura coperta di 80mila mq, all’interno di un’area di 75 ettari, erano previsti anche 28 ettari di verde, a fronte dei 10 stabiliti in precedenza, e  14 ettari di parcheggi.

E a questo punto dovrebbe sfumare anche l’ampliamento del tratto prospiciente a via Corona Boreale e il collegamento tra via Corona Boreale e la viabilità aeroportuale, compreso il contributo per il casello dello svincolo A12.

Ma soprattutto salta la possibilità che il magazzino, sempre aperto sette giorni su sette, di migliaia di assunzioni: circa duemila posti di lavoro diretti, più un altro migliaio per chi si occupava di spedizioni e consegne. Un’opportunità unica per il nostro territorio che avrebbe almeno in parte compensato il disastro di Alitalia con la perdita di migliaia di posti di lavoro.

“Come amministrazione abbiamo fatto di tutto per favorire l’accordo – spiega il vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca – le delibere adottate a più riprese avevano proprio l’obiettivo di rendere possibile la trasformazione e possibile l’intesa. Invece le parti alla fine non hanno trovato un compromesso”.

Una delusione compensata in minima parte da un “piano B” già in itinere, perché Amazon non lascerà del tutto Fiumicino visto che sono già iniziati i lavori per realizzare a Parco Leonardo in via della Corona Boreale un deposito di 12mila mq proprio nello stabile dove c’era prima la sede della Opel, chiusa nel 2019 tra le polemiche con il licenziamento di circa 60 operai.

“I permessi per costruire sono già stati rilasciati e il cantiere è aperto – conferma il vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca – si tratta di una demolizione con ricostruzione produttiva che alla fine porterà a un deposito di 12mila mq. Una struttura che dovrebbe essere pronta per la fine del 2022 e utilizzata da Amazon. Secondo le prime stime sarà in grado di dare lavoro a circa 200 persone”.

Non un numero così grande di lavoratori come quello ipotizzato per il primo magazzino ma certamente meglio di niente.

Peccato, perché Fiumicino con la sua piattaforma comunque in espansione nel quadrante ovest, potrebbe diventare il cuore pulsante della logistica del centro Italia. Una scelta naturale, così come lo era due millenni fa ai tempi dei romani con il sistema dei porti e del fiume Tevere, per un’area dalla collocazione unica: accanto al principale aeroporto italiano, alla ferrovia, all’autostrada Roma-Civitavecchia e al futuro porto commerciale. E il magazzino di 80mila mq avrebbe dato un notevole contributo in quella direzione.