Un uomo misterioso si presenta a quattro persone che hanno toccato il fondo e vogliono farla finita per proporre loro un patto: una settimana di tempo per farle rinnamorare della vita. Il suo intento è quello di offrire la possibilità di scoprire come potrebbe essere il mondo senza di loro e aiutarle a trovare un nuovo senso alle proprie esistenze. Una storia sulla forza di ricominciare quando tutto intorno sembra crollare.

È questa la trama del film “Il primo giorno della mia vita” del regista Paolo Genovese, prodotto da Lotus Production in associazione con Medusa Film e che vede nel cast  Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraicco, Gabriele Cristini e con Vittorria Puccini e la partecipazione straordinaria di Lino Guanciale.

Le scene del film, che ha fatto il suo debutto ieri nelle sale cinematografiche, sono state girate a Roma e nella zona del vecchio faro di Fiumicino, in modo particolare sugli storici bilancioni.

“Dire che ‘Il primo giorno della mia vita’ è un film che parla del suicidio – fa notare Paolo Genovese –  è vero solo in parte.  Il tema del film è la ricerca della rinascita, della speranza della vita. Per raccontare ciò si può partire da tanti punti di vista e in questo film si parte dall’estremo: raccontare la vita attraverso la morte. . Il suicidio – è comunque un tema importante perché è un tabù della nostra cultura, sociale e religioso.

Qualsiasi tipo di ‘mal di vivere’, di malessere che può portare a decisioni estreme, può essere affrontato in tanti modi ma uno di questi, molto importante, è parlarne. Il fatto di parlare, di esternare e tirare fuori è il primo passo per affrontare il problema. Tutto ciò è liberatorio anche per il pubblico, come ho riscontrato direttamente”.