Il Karate è un arte marziale basata sull’uso controllato della propria energia e di quella dell’avversario mediante tecniche di attacco e difesa. Come abbiamo spiegato, il Karate consta principalmente di due specialità: il Kata ed il Kumitè. Il Kata può essere definito un combattimento contro un avversario immaginario. Ciò significa eseguire le varie tecniche con determinazione ed estrema pulizia arrivando a curare i minimi particolari di ogni gesto. In questa “danza” fluida ed armonica, il protagonista principale è il piede. Il Kumitè, al contrario, è il vero e proprio combattimento: caratterizzato da estremo dinamismo, prevede che gli atleti siano continuamente in movimento saltellando sulle punte pronti a sferrare il loro attacco o a difendersi. Continui spostamenti, passaggi di carico da un arto all’altro e capacità di forza esplosiva richiedono grande preparazione, curando in particolar modo il lavoro dei piedi. Perché i piedi nudi? In questa antica arte marziale è estremamente importante saper padroneggiare l’appoggio del piede: imparare a fletterlo, estenderlo, ruotarlo, esternamente o internamente. Occorre allenare le fasce muscolari tanto quanto la propriocezione: si tratta della sensibilità profonda, che ci permette di adattare la nostra base d’appoggio al fine di adottare le posizioni più appropriate e stabili che consentono l’esecuzione corretta delle tecniche. Cerchiamo di capirne di più.
Il piede è alla base del sistema posturale o di equilibrio. Consente di assumere la postura eretta e di spostarsi nello spazio. Rappresenta il principale organo di senso e di moto antigravitario del corpo umano. E’ un capolavoro di architettura: diviso in Retropiede, deputato al controllo biomeccanico della gravità e Avampiede, che funge da adattatore e reattore.
Il piede, infatti, interagisce sia con l’ambiente esterno che con il corpo, essendo dotato di un sistema sensitivo altamente specializzato. Ci sono fondamentalmente due tipi di recettori: gli esterocettori cutanei, che sono sulla pianta del piede e rappresentano l’interfaccia tra ambiente esterno e sistema posturale o di equilibrio, ed i propriocettori che si trovano su muscoli, tendini e articolazioni e forniscono informazioni sulla posizione dei vari distretti del corpo nello spazio. Nel Karate viene dedicata molta attenzione alla base d’appoggio per canalizzare l’energia nel punto focale di ogni tecnica. Nell’esecuzione di un Kata è fondamentale il buon equilibrio: è indispensabile che il piede d’appoggio sia saldamente fissato a terra per bilanciare il peso del corpo durante il movimento . In questa specialità ci si allena molto sull’isometria e la propriocezione per effettuare quei fini adattamenti tonici che consentano un’esecuzione impeccabile della tecnica.
Nel Kumitè l’allenamento si concentra sulla flessibilità e sulla velocità. Nella preparazione atletica del Karate viene data molta importanza allo stretching, cosa che avviene raramente in altri sport, soprattutto nell’ambiente dilettantesco giovanile.
Equilibrio e forza esplosiva: chi pratica Karate deve curare entrambi questi aspetti iniziando proprio dai piedi.
Ogni gesto deve essere eseguito con la massima precisione e pulizia. Questo diventa possibile solo attraverso un grande lavoro sul proprio corpo; lavoro fatto di attenzione, ascolto e rispetto. Ecco che i piedi diventano così il punto di partenza e di arrivo di ogni gesto tecnico, alternando la funzione recettiva a quella effettrice, l’aspetto sensitivo a quello motorio, riuscendo ad assolvere al loro duplice ruolo di stabilizzatori ed effettori di movimento con incredibile capacità adattativa.
 
A cura di ASD Mizar / Stefania Frigo Fisioterapista
Studio Fisiochinesis, piazza della Pace 8, Maccarese, tel. 393.21.56.927