Questa mattina è stato demolito il manufatto fatiscente che si trovava all’ingresso di Fiumicino. Nei giorni precedenti erano già stati rimossi gli edifici più piccoli circostanti, oggi è toccato al simbolo del degrado quello che per anni ha rappresentato la cartolina peggiore del degrado lungo la via Portuense proprio davanti al Ponte Due Giugno.
Al suo posto sorgerà il progetto “Torri di Fiumicino” una riqualificazione importante del centro storico. La nuova soluzione nasce dal dialogo tra la società privata che ha rilevato tutto il comparto antistante il Ponte Due Giugno e la Pubblica Amministrazione.

 

“Una riqualificazione attesa da decenni a Fiumicino – interviene il sindaco Esterino Montino – abbiamo incoraggiato in tutti i modi il progetto per il suo grande ritorno sul territorio. Scompare un simbolo del degrado sostituito da un edificio moderno capace di inserirsi nel contesto del centro storico. Con la ristrutturazione di via Torre Clementina e il rinnovato Ponte Due Giugno, le due Torri daranno un nuovo impulso a tutto il quadrante centrale di Fiumicino sul quale sono tornati a investire tanti imprenditori privati”.
Intorno alle Torri sono previsti sia parcheggi interrati che in superficie i quali andranno a incrementare di molto il numero dei posti auto a disposizione.
Cambierà anche la viabilità, le auto potranno passare dietro le Torri per poi inserirsi nella seconda rotatoria che nascerà in via delle Ombrine. Completerà l’opera un’area destinata a verde pubblico attrezzato.
“L’idea di base è stata quella di lasciare un segno architettonico in linea con le caratteristiche di Fiumicino. Il simbolo individuato – racconta Ezio Di Genesio Pagliuca, assessore comunale alle Politiche del Territorio – è quello delle Torri, in linea con il Ponte Due Giugno, il vecchio Faro e il Serbatoio. Nel terreno a forma triangolare non si farà più un unico edifico ma due piastre di 300 mq di superficie ciascuna con due Torri alte nove piani”.

Palmerino Faratro e Pasqualino Basile  Sono loro i due imprenditori fondatori del Gruppo Immobilfaro che sono riusciti in quella che sembrava una missione impossibile per i comuni mortali. Perché per arrivare al permesso di costruire ci sono voluti sette anni di iter burocratico. Un lungo lavoro per identificare le proprietà e le particelle e trattare con tutti i privati per una loro nuova collocazione.
“Abbiamo stipulato nove atti di compravendita – spiega Palmerino Faratro – c’è voluta molta pazienza per la risoluzione delle varie problematiche giuridiche che coinvolgevano le proprietà, risolte con il grande lavoro e competenza dallo studio dell’avvocato Dario Faratro. Dobbiamo inoltre ringraziare il sindaco Esterino Montino, l’assessore Ezio Di Genesio Pagliuca, i dirigenti ing. Massimo Guidi dell’Area Strategia del Territorio e Arch. Alessandra Natili dell’Area Edilizia Privata e i funzionari del Comune che ci sono stati sempre vicini e ci hanno incoraggiato nel proseguire”.
Saranno 56 gli appartamenti costruiti e circa 2mila mq di superficie non residenziale tra commerciale al piano terra e direzionale ai piani attici, un progetto modificato più volte nel tentativo di migliorare l’impatto sul centro storico.
“L’idea è venuta di concerto con Andrea Barnabei – precisa Palmerino Faratro – un professionista a cui ci lega un lungo rapporto lavorativo oltre che una profonda amicizia il quale ha coordinato tutta la fase di ideazione e progettazione dell’opera con il supporto di validi professionisti e collaboratori. Così abbiamo sviluppato l’idea che poi è diventata realtà”.

“Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno creduto e partecipato a questa importante opera – dichiara Andrea Barnabei – a partire dalla progettista architetto Alessandra Barnabei, al progettista strutturale ing. Roberto Rossi, fino a Omar Di Bianco, Giorgio Bartolucci, Alessio Serbari, Alessio Benni, concludendo con un ringraziamento particolare a Damiano Mengarelli, colui che insieme a me da quattro anni a questa parte ha ideato e modellato quest’opera. Non possono mancare i miei sentiti ringraziamenti a Pasqualino Basile e Palmerino Faratro, due amici nonché imprenditori che ci hanno dato l’opportunità di ideare e progettare un’opera così importante che resterà per sempre motivo di orgoglio per tutti”.
Ci vorranno due anni per completare il progetto, ma intanto sono stati spazzati via i i simboli del degrado. “Da fiumicinese aver potuto contribuire alla riqualificazione di una zona così importante è per me motivo di grande soddisfazione”, conclude Palmerino.