Come si svolge un colloquio di lavoro? Le domande più comuni

Come ci si prepara a un colloquio di lavoro? Una delle richieste più frequenti che vengono rivolte ai candidati è quella che li invita a descrivere sé stessi. Come si può leggere sul blog del sito www.applavoro.it, “Mi parli di lei” è una delle domande classiche di avviamento per dare il la al colloquio. Si tratta di un vero test: il candidato dovrebbe concentrarsi unicamente sul proprio percorso professionale evitando di sconfinare nella vita privata, a meno che ciò non sia espressamente richiesto. È bene prepararsi, quindi, a parlare delle competenze di cui si dispone e dei risultati conseguiti nel corso della propria carriera. Il che non vuol dire ripetere a menadito il proprio curriculum, ma farsi notare con originalità e non rinunciando a fare riferimento alle proprie passioni.

Colloquio di lavoro o intervista?

Più che un dialogo, a volte il colloquio di lavoro è un’intervista, ma si può trasformare perfino in un interrogatorio. Come detto, il momento iniziale in genere è costituito da una presentazione libera del candidato: spesso il selezionatore chiede di indicare anche pregi e difetti. Arrivare preparati è un buon modo per non rischiare di fare scena muta, ma se ci si prepara un discorso in anticipo non bisogna mai dare la sensazione di ripeterlo a memoria, come se si trattasse di una filastrocca.

La domanda trabocchetto tipica di un colloquio di lavoro

In un colloquio di lavoro tipicamente viene chiesto al candidato per quale motivo l’azienda dovrebbe decidere di puntare su di lui. Si tratta di un quesito importante, anche perché permette di comprendere la corrispondenza tra le esigenze del datore di lavoro e le competenze che il candidato è in grado di offrire. I metodi e i contesti di lavoro cambiano da un’impresa all’altra, e non sempre un approccio giusto per un’impresa può essere adeguato anche per un’altra.

L’approccio da problem solver

L’approccio da problem solver è quello a cui si deve ricorrere quando si è coinvolti in un colloquio che riguarda l’assegnazione di una mansione di tipo manageriale. In un caso del genere, infatti, è molto probabile che la ricerca si concentri su un soggetto che sia in grado di risolvere problemi già esistenti o ancora in fase potenziale. Adottando questo tipo di approccio è necessario porre in risalto la propria capacità di pensare non solo sul breve termine ma anche sul lungo periodo, facendo riferimento alle sfide che potrebbero dover essere affrontate dall’azienda.

Come mostrarsi ai selezionatori

Nel corso di un colloquio di lavoro ci si dovrebbe mostrare dediti alle proprie mansioni e motivati. Bisogna far capire in modo efficace per quale motivo ci si è candidati, spiegando le ragioni per cui si è scelto di presentare il proprio cv all’azienda in questione. E no, essere disoccupati non è una buona ragione da addurre. Può essere, inoltre, che venga richiesto di elencare i risultati raggiunti nella propria carriera: anche questa è una domanda a cui prepararsi in anticipo.

Come sfruttare il tempo

In linea di massima un colloquio individuale non dura meno di venti minuti, ma può arrivare fino a tre quarti d’ora. A prescindere dalla durata, comunque, è indispensabile rimanere concentrati dall’inizio fino al termine, adattandosi al ritmo di chi conduce l’intervista e ricordando che difficilmente ci potrà essere una seconda occasione. Circa la metà dei responsabili delle risorse umane prende una decisione in merito all’idoneità dei candidati con cui interagisce non oltre il secondo colloquio, e in un caso su dieci già in seguito al primo. Ecco perché bisogna essere performanti da subito, sparando le proprie cartucce migliori ma sempre senza esagerare.