Il mitico Conn-O-Sax, solo uno dei tanti gioielli del Museo del Saxofono che aprirà il 7 settembre a Maccarese, il primo al mondo dedicato a questo strumento emblematico

Con questo articolo inauguriamo una rubrica mensile di presentazione di alcuni tra gli strumenti più rari presenti nel Museo con lo scopo di divulgarne caratteristiche, storie e aneddoti. Originariamente l’inventore Adolphe Sax aveva concepito il sax in Sib e Mib per le bande e in Do e Fa per le orchestre e quest’ultimi, da sempre, rappresentarono una grande rarità interrotta solo nel 1928. Dal 1915 al 1926 negli Usa si era sviluppata una “saxofonomania” e lo strumento aveva una popolarità incredibile. Si ritiene che ogni anno venissero venduti oltre un milione di saxofoni, un numero assolutamente straordinario rapportato alla popolazione dell’epoca e alle sue condizioni economiche. Il sax era popolarissimo e utilizzato in tutte le orchestre e bande militari, soprattutto nel Vaudeville e in ogni situazione pubblicitaria. Gruppi eccezionali e famosi come il “Six Brown Brothers” e le “Hilton Sisters-Siames Twins” contribuirono in maniera determinante alla diffusione della cultura saxofonistica eccitando le platee dei più grandi teatri degli Usa con le loro rocambolesche performance. Soprattutto un personaggio come Rudy Wiedoeft, musicalmente più serio e lontano dal Vaudeville, contribuì notevolmente alla diffusione del sax negli Usa. Attraverso le sue incredibili esibizioni seppe catalizzare l’interesse di milioni di persone. Il sax divenne indispensabile in tutte le orchestre di teatro ed era molto facile trovare lavoro con esso: nel ’25 negli Usa lavoravano oltre 60mila band e in ognuna di queste c’erano uno o più saxofoni. Le fabbriche fornivano gratuitamente degli esemplari alle scuole, poiché il sistema scolastico favoriva lo studio dello strumento musicale e gli editori pubblicavano moltissimi arrangiamenti per quartetti e orchestre di saxofoni, alimentando interesse ed opportunità. Le case costruttrici faticavano a soddisfare le richieste di acquisto e questo contribuì ad accrescere la loro rivalità nell’accaparrarsi i migliori testimonial, mantenendo alto il livello di ricerca e di perfezionamento della produzione. L’innovazione fu talmente accentuata, finanziata e promossa dalla dirigenza delle fabbriche che praticamente fu possibile dar sfogo a qualsiasi sperimentazione. La Conn arrivò a produrre un soprano curvo in La e la Buescher addirittura uno che poteva essere suonato con la sola mano sinistra.
L’ambizione a possedere e suonare un particolare sax era fondata non tanto su come suonava lo strumento, bensì su chi lo suonava e cosa rappresentava per il musicista. Novità e individualità erano i giusti ingredienti nei ruggenti anni ’20 e il sax rappresentava il modo migliore per distinguersi, farsi notare e primeggiare. L’importanza di questo fattore non sfuggì ai costruttori e la prospettiva d’incrementare ulteriormente le vendite li indusse a produrre nuovi e inusuali variazioni delle forme degli strumenti per affascinare il pubblico.
Tuttavia, verso il 1927, inizia un’inversione di tendenza: ancorché molto popolare il sax non riusciva più a vendere come negli anni precedenti. Nuove forme d’intrattenimento cominciavano a diffondersi, producendo un cambiamento sostanziale nella società americana. Lo sviluppo eccezionale dell’industria cinematografica si riflesse negativamente sulle altre forme di spettacolo come il vaudeville, le sale da ballo e i club. Il successo della radio contribuì a limitare la pratica della musica dal vivo, poiché le famiglie amavano riunirsi e festeggiare ascoltando le trasmissioni piuttosto che ingaggiare orchestre dal vivo. Il colpo di grazia fu sancito dal crack della borsa del 1929 e dalla conseguente grande depressione. I registri di vendita della fabbrica Conn registrano un -60% in soli 4 anni, ma in questo contesto decide comunque di sviluppare e produrre il Conn-O-Sax.
Il Conn-O-Sax è senza dubbio uno strumento mitico, il saxofono più straordinario mai costruito, con un’estensione dal La grave al Sol acuto. Deve il nome alla forma della sua campana ed è la versione saxofonistica dell’eckelphone.
La Conn si aspettava di vendere molti esemplari, ma non fu così. Tutti i negozi musicali degli Usa ricevettero il materiale pubblicitario relativo allo strumento, tuttavia le vendite non furono all’altezza delle previsioni e i modelli venduti non più di una decina. Già nel 1930 il Conn-O-Sax non viene più menzionato nei cataloghi. Cosa invece sia successo agli strumenti invenduti e riconsegnati alla fabbrica è purtroppo una triste storia: essi vennero volutamente danneggiati per addestrare gli apprendisti riparatori della fabbrica, con il risultato di distruggerli e farli scomparire. A oggi gli esemplari rimasti integri non sono più di 3 o 4.

Attilio Berni