È stato uno dei primi ad aprire, si è passati da 600 tamponi a settembre ai 1600 attuali, intervista a Valerio Mogini, coordinatore del reparto di sanità pubblica della Croce Rossa, sulle modalità di accesso

In queste settimane i drive-in continuano a essere presi d’assalto. A settembre uno dei primi a partire è stato quello della CRI – Asl Roma 3, allestito presso l’area aeroportuale a Fiumicino. Sin dai primi giorni di apertura, il presidio è stato frequentato soprattutto da tutti coloro che erano rientrati dalle vacanze, e nonostante oggi le ferie siano un ricordo, i numeri non sono assolutamente diminuiti.

“Siamo passati dai 600 tamponi al giorno di settembre ai 1600 di oggi”, dichiara Valerio Mogini, coordinatore del reparto di sanità pubblica della Croce Rossa che gestisce il funzionamento del servizio. Si tratta di un drive-in in grado di accogliere molti utenti, in quanto da fine ottobre sono aumentate le postazioni, diventando otto. Sei sono riservate al test rapido dell’antigene, mentre le altre due sono per chi necessita di fare il test molecolare.

“Questa scelta – aggiunge Mogini – è dettata dalla consapevolezza che tra la popolazione sta crescendo in modo esponenziale il timore di essere venuti in contatto con il virus, tanto che molto spesso capita che, anche chi non ha una reale indicazione all’esecuzione del tampone, chiede di sottoporvisi”

Il drive-in di Fiumicino è accessibile senza prenotazione ed è aperto anche a tutti coloro che arrivano da paesi considerati a rischio. Quest’ultimi possono accedervi senza bisogno di una prescrizione medica, mostrando la carta d’imbarco. Oltre a loro è accessibile anche al resto della popolazione con la richiesta del medico, perché potrebbero essere venuti in contatto con una persona ammalata di Covid. Nel caso il test dell’antigene risulti positivo, la persona viene subito sottoposta al tampone molecolare. Inizialmente, il referto era pronto nel giro di 24-48 ore, ma ora a causa delle tante richieste i tempi si sono allungati e l’esito viene dato dopo 5 giorni. Nel frattempo viene avvisata l’Asl di competenza e il paziente viene messo in isolamento fiduciario.

“Un altro aspetto che preoccupa – continua Mogini – è certamente la consapevolezza che il virus dell’influenza potrebbe creare confusione e molte persone potrebbero fraintendere i sintomi influenzali con quelli del Covid-19. Per questo, mai come quest’anno, viene consigliato il vaccino anti-influenzale che peraltro protegge da eventuali coinfezioni che complicherebbero il quadro clinico del paziente”.