“ADR: Io so’ io e voi non siete un c… . Ecco. Questa è la frase che viene prepotente in testa a chi legge l’ultimo ricorso, il terzo, che AdR (Aeroporti di Roma, 99% Atlantia, cioè Benetton) ha presentato al TAR qualche giorno fa per salvare il progettato Raddoppio dell’Aeroporto di Fiumicino, dopo la bocciatura del Masterplan 2030 per “incompatibilità ambientale” sancita col Decreto dell’agosto scorso firmato dai due ministri dell’Ambiente, Gen. Costa e dei Beni culturali, on. Franceschini che riprende il verdetto negativo dato dalla Commissione tecnica VIA/VAS dell’ottobre 2019.

Ai tre ricorsi di AdR, ricordiamo, vanno aggiunti i due presentati da Enac: uno al Presidente della Repubblica e l’altro al TAR. In partica 5 ricorsi.

In soldoni il punto è sempre lo stesso.

Anche se a dire il vero la cosa sembrerebbe di puro buon senso: non è possibile costruire un aeroporto, cioè nuove piste e nuovi terminal, stazioni, svincoli stradali ecc. dentro una Riserva Naturale Statale.

L’appiglio a cui AdR e ENAC si attaccano nei loro ricorsi è più o meno sempre lo stesso: il decreto che nel 2013, riperimetrando  la Riserva ha ampliato di un centinaio di ettari la zona a tutela integrale che  esisteva, e, secondo loro, sarebbe proprio questo ampliamento che impedirebbe la costruzione delle infrastrutture aeroportuali: fatto peraltro non rispondente a verità perché le opere progettate impatterebbero comunque  per quasi 900 ettari dentro la Riserva e nella zona a tutela integrale anche se non ci fosse stato l’ampliamento del 2013.

A dire il vero, durante tutto l’ultimo anno, la stampa aveva riportato in diverse occasioni le dichiarazioni espresse a vario titolo da AdR che parlavano di una revisione radicale del Progetto di raddoppio nella direzione di una riduzione dell’impatto ambientale, zero consumo di suolo, migliore utilizzo degli spazi esistenti all’interno del sedime, ecc. Insomma pareva che, di fronte agli ostacoli incontrati per ottenere le necessarie autorizzazioni, anche AdR fosse venuta a più miti consigli.

E invece no. Cosa fa AdR? Quando finalmente il TAR, dopo quasi 6 anni indice la prima udienza del 28 ottobre scorso per discutere il ricorso del 2014 contro la Zona 1, AdR presenta un nuovo ricorso e contestualmente chiede, e ottiene, una dilazione finalizzata a riunire in un unico dibattimento tutti questi ricorsi. La tattica di dilazionare, quando non si è certi di vincere è evidentemente la strada prediletta da Adr/Enac: avevano fatto lo stesso chiedendo alla Commissione VIA una sospensione di un anno!

E tutto ciò avviene proprio nel momento in cui l’aeroporto di Fiumicino, come tutti gli aeroporti del mondo, sta attraversando la peggiore delle crisi da quando esiste il trasporto aereo, che ha abbattuto dicono loro del 90% il traffico aereo. E quando anche le prospettive per i prossimi anni sono di forte riduzione, AdR che fa? insiste riproponendo pari pari con un nuovo Ricorso la bontà del Masterplan 2030 bocciato.

Questa volta però sposta il piano del conflitto: il tavolo da gioco è diverso.

Non è più la politica che deve decidere, non sono i Ministri competenti, non sono gli Enti locali. Regione e Comune, non sono le istituzioni pubbliche alle quali lo Stato affida il compito di decidere compatibilità e incompatibilità e che, appunto, si sono già espresse bocciando i progetti di AdR.

No.

Ora ci si rivolge ai giudici.

E bisogna leggere con che tono! Del resto i Benetton, con l’affaire del ponte Morandi, ci hanno già abituato a una certa arroganza. Con AdR abbiamo un ‘privato’, che ha sì ottenuto una concessione importante da parte dello Stato ma resta pur sempre un privato, che attacca a brutto muso un po’ tutti: accusando per oltre 60 pagine a destra e a manca ministri, commissioni, regioni, sindaci, esperti di Valutazioni di Impatto Ambientale di ‘illegittimità, incapacità, leggerezza, eccesso di potere, travisamento dei fatti, difetto di istruttoria, illogicità, irragionevolezza, manifesta contraddittorietà, sviamento, falsa applicazione di articoli di legge, omesso o erroneo esame dei fatti , incompetenza’…. e compagnia cantando.

 Certo è legittimo.

È legittimo presentare ricorsi alla magistratura se si reputano lesi i propri diritti ed è legittimo farlo anche con toni duri.

Resta però un retrogusto amaro, l’impressione di un limite oltrepassato, di un eccesso, di qualcosa appunto che richiama la frase del titolo.

Non sarà che temono di perdere ancora?

Come che sia, ora più che mai come Comitato FuoriPISTA diciamo:

–          Sì allo sviluppo dell’Aeroporto all’interno dell’attuale sedime aeroportuale;

–          Sì all’integrità della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano;

–          Sì a un aeroporto di supporto a Fiumicino dove trasferire i voli low cost;

–          Sì alla revisione della Convenzione-contratto di programma che deve essere aggiornato altrimenti la Società AdR continua a incassare le tasse d’imbarco corrispondenti a delle anche opere (quarta pista, aerostazione, ecc.) che non possono essere più realizzate perché bocciate dal parere negativo della Commissione VIA/VAS.

diciamo anche un chiaro No contro ogni tentativo di realizzare la quarta pista che continua ad essere oggetto dei desideri dei tanti dirigenti AdR intervistati, nonché dei maldestri tentativi della Ministra dei Trasporti On. De Micheli”.

 Comitato FuoriPista