Fiumicino. Nei primi sei mesi del 2020, le presenze dei turisti negli alberghi italiani hanno fatto registrare un calo che sfiora il 70%. Dopo un inizio d’anno promettente, l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha determinato un vero e proprio tracollo delle presenze negli esercizi ricettivi.

In generale le previsioni per il settore turistico dell’estate 2020 in generale sono tutt’altro che incoraggianti. Secondo recenti elaborazioni di Federalberghi su dati Istat, infatti, i programmi vacanzieri degli italiani mostrano le drammatiche conseguenze della pandemia. Solo il 46% farà una vacanza con un calo di quasi il 20% rispetto al 2019, mentre la maggioranza (circa 32,5 milioni di persone) resterà a casa, principalmente a causa delle ristrettezze economiche, che costringono gli italiani ad una drastica riduzione della spesa.

In generale la vacanza estiva sarà più breve, sia perché il budget è ridotto, sia perché parte delle ferie è stata consumata durante il periodo di lockdown o perché si dovrà lavorare, in quanto l’azienda quest’estate non chiuderà.

In ogni caso il 96,2% degli italiani che ha effettuato o effettuerà una vacanza nel corso dell’estate rimarrà in Italia, dove il mare si conferma la meta preferita seppure in flessione rispetto allo scorso anno. Principalmente si sceglierà la propria regione o una limitrofa e ci si sposterà con la propria automobile. Tra le tipologie di soggiorno scelte dagli italiani per trascorrere la vacanza, l’albergo rimane la scelta privilegiata, con il 24,7% delle preferenze, seguono la casa di parenti o amici, la casa di proprietà e il b&b. Le strutture ricettive sono preferite rispetto ad altre sistemazioni proprio perché meglio attrezzate per fornire assistenza e perché garantiscono maggiore sicurezza e igiene degli alimenti, nonché maggiore pulizia e igiene degli ambienti.

In un anno normale, i turisti stranieri generano oltre la metà degli arrivi estivi, quota di mercato che si è sensibilmente ampliata negli ultimi anni. Le frontiere ancora chiuse pesano molto e aggravano la generale riluttanza ai viaggi su lunga distanza. Un fenomeno che penalizza molto gli alberghi di Fiumicino scelti in percentuale maggiore rispetto alla grande città proprio dai turisti stranieri.

“Dopo una primavera all’insegna del blocco totale – dichiara Massimo Coriddi di Federalberghi Fiumicino – l’estate stenta a ingranare la marcia, con segnali di ripartenza a dir poco timidi e rilevabili solo in una parte del mercato. Giugno è stato penalizzato dalle incertezze post lockdown, luglio sta vedendo i primi movimenti degli italiani e degli stranieri, ma siamo ben lontani dai livelli degli anni passati. A complicare il quadro interviene il blocco totale di alcuni mercati, come quello americano, russo e cinese, che esprimono un’importante capacità di spesa”.