“In questi giorni è venuto a galla il fallimento dell’operazione voluta da Berlusconi quattro anni fa, con la nascita di CAI in luogo di Alitalia , operazione solo ispirata ad una grande abbuffata”, dice Anna Maria Anselmi, candidata primarie centrosinistra Fiumicino. “E ha fatto pagare dei tributi altissimi ai lavoratori e alla comunità nazionale. Ora che i cosiddetti salvatori dell’italianità di Alitalia si apprestano a vendere e guadagnare quello per cui si sono mobilitati quattro anni fa, ritorna a parlare colui che ha causato questo disastro e questa stortura. Berlusconi è meglio che stia zitto e si tiri fuori da questa vicenda che ha già contribuito a rendere gravissima – dice Anselmi – Tutti ricordiamo che la vecchia Alitalia perdeva 1 milione di euro al giorno, ci era stato detto dai cosiddetti “capitani coraggiosi” e da Berlusconi che entro due anni, a determinate  condizioni, avrebbero portato l’azienda al pareggio di bilancio. Quali erano le condizioni chieste ed ottenute da questi “ predatori “ , anticipatori del modello Marchionni:  la prima 6.000 lavoratori fuori dalla nuova azienda, in cassa integrazione in deroga e mobilità, la seconda costruzione di una Bad Company, dove far confluire tutti i debiti pregressi; terzo un nuovo contratto specifico ed unico per CAI dove era consentito il massimo della “flessibilità”, ed una riduzione salariale del 18%, in ultimo una diminuzione dei diritti dei lavoratori. Tutto ottenuto in carico allo stato: i cassa integrati e la Bad Company .  Costo dell’operazione più di 9 miliardi di euro, i lavoratori neo assunti fuori dalla Cassa integrazione con contratti a tempo determinato part time, con salari da fame e ritmi di lavoro inauditi. Lavoratori che oggi sono circa il 50% della forza lavoro attuale, con un salario ridotto del 18%. Tra questi molti lavoratori di Fiumicino. Ebbene dopo quattro anni di gestione Cai, il bilancio di proiezione 2012 porterà un disavanzo valutato di circa 300 milioni. Questa la dice lunga su questo modello che addirittura si vorrebbe estendere all’intero Paese, vedi Monti che dice ai sindacati e agli imprenditori “vedetevi e trovate il modo di aumentare la produttività attraverso la diminuzione dei salari e dei diritti, perché questo porterebbe alla crescita. La vicenda Alitalia dimostra che questo modello non regge ma aggrava la situazione e non a caso in questi giorni Cai vorrebbe una nuova cassa integrazione. Il tema è che senza investimenti, senza ricerca di nuovi mercati da utilizzare, senza comprare Aerei senza estendere nuove rotte, questa Azienda ormai ridotta ad azienda minimale se comparata con le grandi Aziende del Trasporto Aereo, non ha futuro. E’ mai possibile pensare che il 50% del piano economico Alitalia sia costruito sulla tratta Roma-Milano? Con l’avvento e le novità derivanti dall’alta velocità su ferro questa rotta rischia grosso e con essa tutta l’intera impalcatura economica costruita. E’ mai possibile che si sia smantellato il settore delle officine e manutenzione che ci era invidiato in tutto il mondo? Questi sono i temi che occorre affrontare per il rilancio di questa Azienda strategica per l’Italia e per questo settore. Un’operazione che ha lasciato anche i lavoratori di Fiumicino senza diritti e con la Cassa integrazione aperta. La mia solidarietà va ora a tutti i lavoratori aeroportuali e soprattutto ai dipendenti Duty Free che sono in mobilitazione contro il licenziamento collettivo”.