La Regione Lazio ha esteso le misure di prevenzione e contenimento della diffusione del virus West nile – già previste per le Asl di Latina, Frosinone e Roma 6 – anche alla Azienda sanitaria locale Roma 3.
Una decisione assunta nel corso della cabina di regina odierna tra la Direzione regionale Salute e Integrazione sociosanitaria, l’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” – Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana, oltre alla stessa Azienda sanitaria. Ciò in considerazione di un caso di West nile riscontrato su una donna di 77 anni, con una possibile esposizione nella zona dell’Infernetto a Roma. La signora è ricoverata in un reparto ordinario presso lo Spallanzani.
Entrando nel dettaglio delle positività riscontrate, nel Lazio le analisi effettuate dal laboratorio di Virologia dell’istituto Spallanzani, rispetto all’aggiornamento dello scorso 4 agosto, hanno certificato 12 nuovi casi, dei quali 8 con febbre e 4 con sindrome neurologica. I nuovi casi sono stati rilevati prevalentemente nella provincia di Latina (Aprilia, Cisterna di Latina, Latina, Norma, Pontinia, Sezze e Terracina), oltre alle positività riscontrate nel Municipio X di Roma Capitale e nella provincia di Roma (Lanuvio, Nettuno e Velletri).
Con gli ultimi accertamenti, nel 2025 le conferme diagnostiche di positività di infezione al virus West Nile salgono a 106. In particolare:
- 98 casi monitorati dalla Asl di Latina;
- 5 casi monitorati dalla Asl Roma 6;
- un caso monitorato dalla Asl di Frosinone e dalla Asl Roma 3;
- un caso registrato fuori regione, in particolare nella provincia di Caserta.
A seguire, la suddivisione dei 106 casi di positività da virus West Nile:
- 20 pazienti sono ricoverati in reparti ordinari;
- 20 persone sono state dimesse;
- 58 pazienti sono in buone condizioni presso il proprio domicilio;
- un paziente è ricoverato in terapia intensiva;
- 7 decessi.
Di seguito, si riportano le principali misure di contenimento raccomandate dalla Regione Lazio alle Asl interessate:
- sensibilizzazione dei medici (in particolare medici di famiglia, pediatri di libera scelta, medici dei dipartimenti emergenza, pronto soccorso e del territorio), dei veterinari del territorio, insieme con il supporto clinico e di laboratorio alla gestione del paziente;
- interventi di disinfestazione mirati nei focolai larvali di zanzara Culex pipiens (entro un raggio di 200 metri dai luoghi di sospetta circolazione virale);
- informazione ai cittadini sull’importanza della prevenzione dalle punture di zanzara e sulla collaborazione per eliminare i focolai larvali;
- prendere in considerazione la diagnosi di West nile nei pazienti con febbre di nuova insorgenza senza causa evidente;
- effettuare visite cliniche sugli equidi, nonché un’attività straordinaria di sorveglianza sierologica negli allevamenti situati intorno ai focolai sospetti o confermati.
La Culex pipiens utilizza come focolai larvali soprattutto canali di medie, piccole e piccolissime dimensioni (canali di irrigazione, canalette di scolo bordo strada, …).
Al fine di rendere più efficaci le attività di controllo del vettore, si raccomanda di allertare le Amministrazioni locali affinché provvedano a censire e georeferenziare questi corpi idrici, dando mandato alle ditte appaltatrici di provvedere a trattamenti larvicidi periodici di quelli in cui sia presente acqua, anche in minime quantità.
Per la protezione della popolazione che vive nei centri abitati, si raccomanda di effettuare questi trattamenti in un’area che comprenda il centro abitato stesso e una ulteriore area di due chilometri dalle abitazioni più esterne all’abitato.
Inoltre, si raccomanda a tutti i medici della regione Lazio e, in particolare quelli delle Asl Latina, Roma 6, Frosinone e Roma 3, di porre la massima attenzione alla diagnosi di casi invasivi neurologici da virus West nile, con la tempestiva valutazione neurologica di forme febbrili protratte in persone a rischio di forme gravi e di includere l’infezione da virus West nile nella diagnosi differenziale delle encefaliti, meningiti a liquor limpido, poliradicoloneuriti (simil Guillain-Barré) e paralisi flaccide acute.
Il virus West nile è trasmesso dalle zanzare e non si diffonde da persona a persona.
Si raccomandano, quindi, tutte le più comuni pratiche di prevenzione per ridurre l’esposizione alle punture di zanzare.
L’uomo viene occasionalmente infettato tramite punture di zanzare, ma non è in grado di trasmettere l’infezione ad altre zanzare, né ad altre persone.
Inoltre, si raccomanda a tutti i medici della regione Lazio e, in particolare quelli delle Asl Latina, Roma 6, Frosinone e Roma 3, di porre la massima attenzione alla diagnosi di casi invasivi neurologici da virus West nile, con la tempestiva valutazione neurologica di forme febbrili protratte in persone a rischio di forme gravi e di includere l’infezione da virus West nile nella diagnosi differenziale delle encefaliti, meningiti a liquor limpido, poliradicoloneuriti (simil Guillain-Barré) e paralisi flaccide acute.
Il virus West nile è trasmesso dalle zanzare e non si diffonde da persona a persona.
Si raccomandano, quindi, tutte le più comuni pratiche di prevenzione per ridurre l’esposizione alle punture di zanzare.
L’uomo viene occasionalmente infettato tramite punture di zanzare, ma non è in grado di trasmettere l’infezione ad altre zanzare, né ad altre persone.
L’arma più efficace contro le zanzare resta sempre la prevenzione che ogni cittadino può mettere in atto per proteggersi dalle punture.
Fonte: Ufficio Stampa Regione Lazio