“In questi giorni, uno degli argomenti che più di ogni altro sta polarizzando l’attenzione dei cittadini di Fiumicino, è il nuovo limite di velocità sul viadotto dell’aeroporto, ridotto da Anas con apposita ordinanza a 50 km/h. Il clamore suscitato, insieme all’indignazione da parte di numerosi malcapitati automobilisti, non sono dipesi dalla decisione legittima del gestore di diminuire il suddetto limite, bensì dalle modalità e dalle motivazioni, con le quali si sia proceduto”. È quanto dice con una nota ViviAmo Fiumicino per il centro studi di Mario Baccini.

“Parallelamente, infatti – si legge nella nota ViviAmo Fiumicino per il centro studi di Mario Baccini – alla scarsa o assente comunicazione ufficiale da parte di tutti gli enti competenti, pur essendo stata installata la relativa nuova segnaletica stradale, a generare più di qualche perplessità è il fatto che sia stato necessario abbassare tale limite per ragioni di sicurezza, che investono la stabilità del viadotto stesso, per il quale nel 2018 fu prevista una modifica alla circolazione con una sola corsia percorribile per entrambi i sensi di marcia, a seguito di perizie che ne evidenziarono evidenti segni di cedimento strutturale, segni che, peraltro, la redazione del Faro online, con un’inchiesta, portò alla luce già nel lontano 2016.

Da tale data sono, quindi, passati ben oltre 5 anni, ma tra lungaggini burocratiche, tra cambi e passaggi di gestione, che ha visto Anas, succedere ad Astral, tra prove di carico, tra la realizzazione di una viabilità alternativa, tra gare di appalto, tra la realizzazione di un nuovo progetto di abbattimento e ricostruzione ancora da produrre, il viadotto è ancora “fermo” lì al suo posto e, naturalmente, speriamo che lo sia fino alla sua ricostruzione anche e soprattutto per la sicurezza e l’incolumità delle migliaia di automobilisti, che ogni giorno lo percorrono.

Tema, questo della sicurezza, che per semantica può essere esteso a quello della salute pubblica ed, in particolare, per quel che concerne una struttura sanitaria consona dotata di pronto soccorso che sia adeguata sia ad un’utenza sempre più ampia, vista la costante crescita demografica del nostro Comune e considerando anche il periodo che stiamo ancora attraversando, in cui la sanità pubblica è stata messa a dura prova, in cui sono emersi tutti i suoi limiti, ma al contempo è emersa anche la straordinaria dedizione e professionalità del personale sanitario, che probabilmente, ha sopperito a questa carenza strutturale del nostro sistema sanitario, che sia, quindi,  adeguata alle nuove sfide e criticità, che il futuro potrà riservarci.

È giunto il momento di intervenire, riconsiderando di conseguenza la scala delle priorità del nostro territorio, lasciando da parte gli ideologismi e gli schieramenti politici. Ne vale della salute di tutti i cittadini di Fiumicino, ma non solo ovviamente, perché occorre considerare altri aspetti di cui tenere conto, come la vocazione turistica del nostro territorio, riferendoci in particolare alle spiagge, che durante la stagione estiva vengono invase specialmente dai romani, facendo presente, in tal senso, che in passato, sul Lungomare della Salute fosse presente un Pronto soccorso, con annessa ambulanza e pensando anche ai fine settimana, in cui la nostra rinomata ristorazione richiama migliaia di appassionati estimatori che affollano i nostri ristoranti, e ancora pensando ai nostri siti archeologici e naturalistici che richiamano altresì numerosi appassionati e visitatori, senza dimenticare poi gli amanti dello shopping, che prendono letteralmente d’assalto i centri commerciali del territorio, appare, quindi, improcrastinabile la realizzazione di una struttura sanitaria, che vada a garantire un minimo di copertura territoriale.

Rivolgiamo pertanto un appello a tutte le forze politiche in Consiglio comunale, affinché presentino a nome di tutta la cittadinanza, richiesta formale di realizzazione di una struttura sanitaria dotata di pronto soccorso, indirizzata agli enti competenti, in considerazione anche del sostegno dei fondi europei e delle confortanti dichiarazioni del Governatore del Lazio, il quale in una recente visita nella nostra città, affermava che le grandi opere pubbliche nella nostra regione, finalmente d’ora in poi si potranno realizzare grazie al risanamento e all’azzeramento dei debiti per merito della sua gestione, che il Lazio aveva accumulato per anni.

Auspichiamo che non siano le solite frasi circostanziali e di rito, ma che abbiano un effettivo fondamento e un seguito, specialmente per l’opera pubblica, sopra menzionata, tanto cara quanto importante per la nostra Città, anzi fondamentale.

L’UE per questa ricostruzione “postbellica”, ovvero il porre in essere tutti quegli interventi per risanare gli strascichi economici e sociali causati dall’impatto che ha prodotto questa pandemia, per la quale ha stanziato le relative risorse finanziarie, sta chiedendo al nostro Paese di fare quel cambio di passo, necessario non solo a farlo uscire da questa situazione di impasse, ma soprattutto per colmare diversi gap con altri Paesi europei e dare un indirizzo ben definito, utile per le nuove generazioni. Allo stesso modo, la classe politica che amministra la nostra Città, a nostro avviso, deve uscire dai rigidi schemi delle competenze, ma in nome del bene comune e degli interessi dei cittadini e di chi ci sarà dopo di noi, dovrebbe, con azioni congiunte di largo consenso, interloquendo con gli enti territorialmente competenti, perseguire questo fine. Solo così si potrà avere un taglio netto con il passato, fatto di una politica autoreferenziale, a tutto vantaggio di quel tanto invocato e reale cambio di passo”.