Dopo averne paventato il rischio negli ultimi anni e senza mai aver ricevuto un aiuto concreto in risposta, questa volta, salvo miracoli, Massimo Cerulli ha deciso di desistere e a rassegnarsi all’unica decisione possibile: chiudere il teatro Traiano di via del Serbatoio. “Il 31 luglio 2013 – annuncia senza nascondere l’amarezza che gli costa dare questo annuncio – si è spenta l’insegna della storica struttura culturale di Fiumicino. In più di 60 anni, da quel primo maggio del 1953 quando aprì come cinema-teatro, in queste sale è passata tutta la cultura cinematografica, teatrale, musicale e di arte varia. Unica struttura privata che con le proprie risorse è andata avanti da sola senza avere, in questi 60 anni, nessun aiuto dalle amministrazioni succedutesi prima come circoscrizione, poi come Comune. È stato uno sforzo notevole. Supportato da tanta passione, ora è arrivato il momento di dire basta. Infine vorrei concludere con una storica frase di un noto ministro che disse che “con la cultura non si mangia”. Per poi sferrare l’ultima stoccata: “Auguri a tutti i presunti cultori che si sono succeduti in questo territorio”.
Cala quindi definitivamente il sipario su questa realtà culturale per molti versi unica per la città di Fiumicino, non solo come palcoscenico per tante stagioni teatrali per adulti e bambini, rassegne musicali e via dicendo, ma anche come spazio di aggregazione per la società civile (il primo Consiglio Comunale del nuovo municipio di Fiumicino si svolse al Traiano) e luogo di incontro per presentazioni, incontri, dibattiti? C’è da augurarsi di no e forse rimane ancora un lumicino di speranza, anche se ormai sempre più flebile. Non più di qualche mese fa, per la precisione il 6 maggio scorso, il Traiano ha ospitato il dibattito sul tema “Cultura a Fiumicino – Gestione delle risorse culturali del nostro territorio”, invitando per l’occasione tutti i candidati sindaci dell’ultima tornata elettorale. E in quell’occasione, tutti i presenti spesero parole di sostegno per il Traiano promettendo in caso di vittoria il sostegno necessario per la sua sopravvivenza. Promesse da campagna elettorale, verrebbe spontaneo dire, però va subito aggiunto che proprio su questo numero, il neo assessore alla Cultura, Daniela Poggi, non ha eluso la domanda, il che già di per sé rappresenta un buon segnale, garantendo il suo impegno per dare una nuova collocazione al teatro all’interno delle linee programmatiche che intende perseguire nel suo mandato. Parole impegnative a cui dovranno seguire dei fatti concreti, anche se sono a tutti evidenti i limiti sempre più stringenti in cui l’amministrazione comunale deve rientrare per ragioni di bilancio e per le quali, giocoforza, la cultura finisce sempre per assumere il ruolo di vittima sacrificale.
Di sicuro Massimo Cerulli è pronto in cuor suo a trasformare in un attimo la rassegnazione di questi giorni in nuovo entusiasmo, ma se non arriveranno a breve novità sostanziali la realtà rimarrà la stessa: senza risorse aggiuntive garantite dalla pubblica amministrazione nelle sue diverse espressioni territoriali, Comune, Provincia, Regione, il Teatro Traiano non potrà andare avanti; troppo alti i costi di gestione e gli investimenti da affrontare per adeguare la struttura alle normative in materia di sicurezza. E questo nonostante gli incassi garantiti dagli numerosi abbonamenti alle stagioni teatrali e dagli introiti degli eventi speciali che, grazie ad una programmazione attenta e stimolante hanno sempre riscosso notevole successo di pubblico. Che quest’anno rischia seriamente, come mai prima, di rimanere a casa.