Riceviamo e pubblichiamo: “Dopo dieci anni di devastazione ci troviamo con un’eredità pesante. Il comune è allo sbando, le casse comunale vuote e i servizi indecenti, primo tra tutti quello sulla raccolta dei rifiuti. In questi tre mesi abbiamo iniziato a metterci le mani, capire dove raddrizzare la barra, esteso il servizio del porta a porta in località inizialmente tenute fuori. Tre mesi, novanta giorni. Chiunque abbia un minimo di buon senso e si ponga come un attore attento e non strumentale, capirebbe che è impossibile ribaltare una situazione del genere in così poco tempo. Ma questo non significa che ci tireremo indietro. Siamo al governo e oggi tutto ricade sulla nostre spalle, anche gli errori della precedente amministrazione. È necessario però che tutti facciano la loro parte. O almeno chi è interessato davvero a cambiare le cose. Il pungolo va bene, i consigli sono ben accetti, ma gettare tutto all’aria dopo nemmeno tre mesi di certo non cambierà le cose. Giudicare e buttare a mare un progetto di 5/10 anni dopo appena novanta giorni rischia di essere al contrario strumentale, tanto quanto lo strepitio dell’opposizione attuale. In consiglio comunale non si è discusso dell’importo Tares per un semplice motivo: oggi è impossibile quantificare il peso delle rate e non lo sarà fino a quando non verrà approvato il piano finanziario nel quale dovranno essere inseriti, da parte della società che si occupa della raccolta dei rifiuti, tutti i costi per il servizio e non solo. Una volta approvato il piano si potranno poi individuare le tariffe. La decisione di rateizzare l’importo Tares in 4 rate è stata soltanto una prassi di legge, prevista nel decreto legge 35 del 2010 e adottata dalla precedente giunta comunale con dgc n.41 del 24 aprile 2013. Delibera questa che per obblighi di legge doveva essere approvata dal consiglio comunale di Fiumicino. Niente di più niente di meno di quanto è stato fatto. Il clamore che ha suscitato l’approvazione di una prassi di legge alla quale eravamo obbligati lascia tutti perplessi. Non tanto per il ruolo dell’opposizione che fa quello che reputa opportuno. Ma per la presa di posizione del Comitato Rifiuti Zero che, pur con toni spesso duri, si è sempre posto come un interlocutore attento e in qualche modo costruttivo. Abbiamo di fronte a noi una sfida difficile e al tempo stesso affascinante: portare questo comune a produrre Zero Rifiuti. Mettersi in contrapposizione, almeno in questa fase di start up, non servirebbe a nulla, tantomeno alla città. E soprattutto non serve a raddrizzare una situazione per la quale è necessario ancora del tempo.  L’auspicio? Lavorare insieme per cambiare questo Comune. Ma per farlo serve una fase di distensione. Abbandoniamo i preconcetti almeno per un po’. Lasciamo da parte il catastrofismo e anteponiamo a questa visione, consigli e giuste ricette per fare in modo che il porta a porta riesca a funzionare davvero”.

 

Gruppo Pd Fiumicino