“Un cassonetto va a fuoco e non viene più sostituito. Un altro viene rimosso senza preavviso e mai più riposizionato. E via Giannattasio, come tante altre vie del Comune, Fregene compresa, è rimasta senza secchioni dell’immondizia con tutti i problemi che ne derivano: decoro urbano e igiene in primis”. Lo denuncia il responsabile del Gruppo Ambiente e Territorio del Pd di Fiumicino, Raffaele Megna.
“Sì perché mentre c’è chi, buste in mano, si fa 500 metri sotto la pioggia o il caldo per gettare l’immondizia, c’è anche chi, come alcune persone anziane, non può permettersi questa “passeggiata” e se non trova qualche anima pia è costretto ad abbandonare la spazzatura sul ciglio della strada sperando che qualcuno dell’Ati, l’associazione temporanea d’impresa che svolge il servizio di raccolta rifiuti, venga a pulire – afferma l’esponente del Pd -. La tariffa sulla nettezza urbana è stata aumentata. C’è stata spacciata questa nuova società come la panacea di tutti i mali, ma il degrado a Fiumicino continua inesorabile. I secchioni emanano un odore nauseabondo. La maggior parte sono inutilizzabili. Sul lungomare i tombini dello scolo sono otturati da un mese e mezzo e nessuno interviene. L’isola ecologica di via del Pesce Luna continua a rimanere chiusa e poi ci domandiamo come mai affiorino discariche ovunque. E in via Giannattasio, come in molte altre parti del Comune, arriveranno nuove costruzioni e nuove concessioni edilizie ma i servizi invece di essere potenziati vengono eliminati. Fiumicino non ha più diritto nemmeno di avere un secchione della spazzatura. I motivi? Non vorrei che dietro questo disguido, all’apparenza causale, non ci fosse un disegno bello e buono: i compattatori per lo svuotamento siano insufficienti e quindi meglio eliminare i secchioni.
I residenti di via Giannattasio hanno avviato una raccolta firme per chiedere all’amministrazione e alla società che si occupa della raccolta rifiuti di ripristinare i due cassonetti e la funzionalità del servizio. Chissà se almeno questo smuoverà qualcosa”.