Dal Collettivo No Porto riceviamo e pubblichiamo.
“Terminata la stagione balneare, quatti quatti riprendono i lavori del Porto della “Concordia”
In questi giorni assistiamo ad una nuova ondata di camion, sassi, chiatte giganti che spostano scogli
generando rumori assordanti. Il fastidio, però, non è legato solamente a questo chiasso molesto piuttosto
all’ennesima presa di posizione che cerca di difendere un progetto che è chiaramente fallimentare. L’opera,
infatti, è stata sotto i riflettori di un’indagine della Procura (della quale non si hanno notizie aggiornate) a
causa dei subappalti poco chiari e dei materiali utilizzati per la massicciata. La massicciata ha poi contribuito
al fenomeno dell’erosione sulle coste del nostro Comune (un esempio tangibile è rappresentato dagli effetti
sulle spiagge di Focene e Fregene). Il 21 settembre scorso, un’ordinanza della Capitaneria di Porto
(n.78/2016 T) autorizza i lavori di messa in sicurezza del braccio di scogli che, dopo 6 anni dall’inizio dei
lavori, continua a sgretolarsi sotto l’azione del mare.
Ma per chi? E per cosa?
400 mila euro di investimento, vietando la balneazione, la navigazione, la pesca serviranno forse a rendere
possibile l’affare per un nuovo fantomatico acquirente?
O magari la Società IP ha deciso bene di spendere altre migliaia di euro solo per infiocchettare un cantiere in
malora prolungando così i termini di una concessione oramai a rischio revoca?
È possibile ostinarsi a portare avanti un progetto megalomane senza tener conto del rischio idrogeologico e
della fragilità dell’ecosistema della foce del Tevere?
Ma soprattutto può ritenersi degna una concessione che difende un progetto devastante e mai accettato da
chi realmente vive il territorio?
Il Collettivo No Porto, solidale con tutte le lotte di difesa del territorio, da anni contesta apertamente la
creazione di questa grande opera calata dall’alto, frutto di intrallazzi tra politici e imprenditori. In forma
autorganizzata, in completa autonomia, senza padroni, né capi, né partiti, il Collettivo porta avanti la
resistenza in questo tratto di costa dimostrando che uno sviluppo alternativo del territorio è possibile.
L’area del vecchio Faro e dei Bilancioni deve essere rivalorizzata e riconsegnata alla cittadinanza ancora
innamorata di quei luoghi che fanno di Fiumicino un posto unico.
Attiviamoci insieme per difendere e proteggere con passione il nostro mare, con ogni mezzo necessario.
Costruisci insieme a tutt@ noi l’alternativa al mostro del Porto della Concordia!
Collettivo No Porto: collettivonoporto@gmail.com – www.facebook.com/IlBilancione”.