“Il previsto porto di Fiumicino-Isola Sacra, fermo ancora ai nastri di partenza, può fin qui contare sulle fondamenta di grandi equivoci e incongruenze e di mancate risposte che ad oggi si sono succedute”. È quanto di legge nella nota di Italia Nostra.
“Italia Nostra – prosegue la nota – continua a sollecitare risposte concrete alla politica ed agli amministratori, che non mostrano, a nostro avviso, di operare nell’interesse della collettività. Il Sindaco di Fiumicino Mario Baccini ribadisce le sue posizioni in una lettera aperta e finalmente accoglie la richiesta di incontro da parte delle associazioni. L’auspicio è che sia prestato ascolto alle istanze rappresentate da Italia Nostra e dal folto gruppo di cittadini e comitati.
A Fiumicino si sta proponendo un progetto che finirebbe per agevolare il monopolio di un privato, leader mondiale del settore crociere, a cui viene consegnato, unico caso nel territorio nazionale, un tratto di costa italiana, la foce del Tevere, luogo ricco di storia e vulnerabile nell’equilibrio ambientale e marino. Il progetto – se attuato – andrebbe peraltro a costituire un pericoloso precedente, favorendo la perdita di peso del pubblico e la trasformazione di piccoli porti turistici in grandi infrastrutture private.
Nella procedura (agevolata) di Via segnaliamo che tra le carte del progetto che Italia Nostra e tante associazioni hanno esaminato, restano fondamentali quesiti privi di risposte:
- il progetto ignora e non valuta alcun impatto di bus e taxi indotto dalle navi sugli itinerari di accesso alle piazze ed ai monumenti del Centro storico di Roma;
- la Via sul territorio di Fiumicino non offre una valutazione dell’impatto cumulativo con l’altro porto dell’Autorità di sistema portuale già in costruzione a soli 2 km da esso, pure destinato ad uno scalo per crociere, che peraltro prevede collegamenti multipli e ferroviari, anziché gravante esclusivamente sulla rete stradale urbana e satura di Fiumicino;
- nessun cenno alla coerenza con quei principi, appena inseriti nella Costituzione italiana e declinati nel Pnrr, di rispetto dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi nell’interesse delle future generazioni (art. 9) o di non minaccia “alla salute, all’ambiente e alla dignità umana”, riferito all’iniziativa economica privata (art. 42).
Il porto di Fiumicino-Isola Sacra prevede oltre 3 milioni di metri cubi di scavo dei fondali marini per far giungere fino a terra i più grandi colossi galleggianti del mondo, che fisicamente porteranno ombra a quel tratto di fiume, il quale merita invece altra e più dignitosa destinazione. Sulle sue sponde sono ancora vive le antiche rovine di Ostia, dei porti imperiali di Traiano e di Claudio e della Necropoli dell’Isola Sacra, gioielli antichi che il mondo ci invidia, che di colpo verrebbero ridotti ad attraversamenti stradali rumorosi e polverosi per agevolare quel fenomeno antieconomico del turismo di massa e di inquinamento, perdendo ogni occasione di rilancio di un turismo di storia e di conoscenza che aiuterebbe di gran lunga l’economia di Fiumicino senza compromettere la vita dei suoi cittadini e di quelli della città di Roma.
Il Comune di Fiumicino aveva affidato negli anni ’90 una concessione demaniale per realizzare un porto turistico nei pressi dell’Isola Sacra per barche da diporto nel tratto di costa prospiciente la sponda nord della foce del Tevere. Ignorato un progetto di vera riqualificazione con rimessaggi interni, fu avviata nel 2010 la costruzione del porto turistico noto come Porto della Concordia a cura della società I.P. Iniziative Portuali ed Invitalia S.p.a., con una concessione di 90 anni. Ben presto i lavori si interruppero per il fallimento della società I.P. e sul litorale rimase una scogliera di 800 m in luogo del braccio portuale in costruzione. Poi, nel 2018, Invitalia presentò una richiesta di variante del progetto che prevedeva l’introduzione della funzione crocieristica per le grandi navi della Royal Caribbean, sostenendo di mantenere “prevalente” la funzione di “yacht marina”, imbarcazioni queste di circa 10 o 15 m.
L’equivoco del titolo: ‘porto a prevalente destinazione diportistica, che ospiterà anche una nave da crociera’ (ma dagli spazi ce ne entrano anche due o tre), per mostrare che una sola nave da crociera (che porta fino a 7000 passeggeri e più di 2000 uomini di equipaggio) sia elemento trascurabile verso i gli altri mille posti barca (!) tale cioè da non significare “variante” al progetto e, soprattutto, tale da evitare i dettami delle leggi italiane di settore. La Legge 84 del 28 gennaio1994 regola le infrastrutture portuali italiane che, se di carattere marittimo-commerciale-internazionale, come nella fattispecie, avrebbero obblighi e procedure costruttive connesse ad una siffatta attività impattante per il territorio e l’ambiente.
Se una nave da crociere (lunga 300 m ed alta 70 m) con tutte le esigenze connesse può determinare attività trascurabile in un porto turistico, allora, con pari e audace logica, ci possiamo aspettare che un porto, con prevalente destinazione peschereccia, potrà destinarsi senza problemi ed alcuna programmazione anche all’approdo di qualche petroliera.
L’attività crocieristica è un esercizio di carattere “internazionale”, in Italia ed in Europa è necessariamente regolato da una gestione pubblica o afferente ad Ente pubblico che assicuri la tutela dei diritti dei cittadini, del territorio e della libera concorrenza.
In questo caso invece si annuncia, prima volta nella storia, la nascita di un porto turistico-crocieristico mai programmato nel bel mezzo del sistema portuale gestito dall’Autorità del Mar Tirreno Centro-Settentrionale, che ha già in costruzione un porto commerciale nel Comune di Fiumicino, con funzione anche crocieristica (!). Inoltre sarebbe gestito da una compagnia privata, leader mondiale del settore, che, divenuta per 90 anni “proprietaria” di un pezzo di costa italiana, farà farebbe piena concorrenza ai porti del Tirreno centro-settentrionale drenandone i ricavi. Chiediamo urgenti risposte alla politica che parla di investimenti per il territorio e per Fiumicino!
Poi c’è una grande incongruenza: il porto di Fiumicino-Isola Sacra viene decretato opera strategica per il Giubileo 2025 e viene formalmente inserito nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (il cui Commissario straordinario è il sindaco di Roma Gualtieri) in data 8 giugno 2023. Italia Nostra ha sempre evidenziato fin dal primo momento come del resto si poteva evincere dal cronoprogramma, e che dunque non si rilevava un beneficio connesso al contesto religioso del Giubileo.
Invero anche la Corte dei Conti, con deliberazione n. 62 del 30 dicembre 2024, definiva la tempistica dei lavori ‘con scarsa o nessuna correlazione funzionale al Giubileo del 2025’ e di recente, con deliberazione n. 32 del 25 giugno 2025, la stessa Corte dei Conti ha invitato il Commissario Gualtieri a valutare l’opportunità di stralciare ‘l’intervento de quo nel Programma degli interventi per il Giubileo della Chiesa cattolica del 2025’.
Restano quindi grandi perplessità: che riguardano i benefici economici che il porto darebbe a Fiumicino e a Roma. ITALIA NOSTRA ha pubblicato articoli recentissimi di giornali mostrando che gli amministratori di tutte le città marittime europee, meta del turismo delle crociere, denunciano il fenomeno crocieristico dell’over-tourism, paragonato da alcuni sindaci all’invasione delle cavallette,che non porta nessuna ricchezza ma solo consumo della città. E’ questo il caso di Barcellona, Marsiglia, Amsterdam, Bergen e di tante altre città europee.
Ma i sindaci di Roma e Fiumicino, imprudentemente, vanno in controtendenza. Il progetto del porto di Fiumicino-Isola Sacra, è presentato come una grande opportunità e gode di procedure autorizzative agevolate e rapide”.