Dalla protesta alla proposta. Il  Comitato Rifiuti Zero di Fiumicino e il CRZ Passoscuro R-esiste hanno presentato ieri un approfondito documento sulle “Linee Guida per la raccolta differenziata porta a porta nel Comune di Fiumicino”. 
“Da movimento di protesta sorto in aperto contrasto con l’atteggiamento possibilista manifestato al tempo dal Comune sul sito di Pizzo del Prete – dichiara Marcello Giuliacci del CRZ Fiumicino – siamo arrivati, anche grazie a fruttuosi colloqui avuti negli ultimi mesi con la Commissione consiliare speciale costituita sul tema rifiuti, alla delibera del 27 aprile scorso che dichiara la completa contrarietà di tutto il Consiglio comunale a ospitare qualunque tipo di impianto nel territorio di Fiumicino. Un’apertura al dialogo e un presa di posizione che riteniamo risultati importanti, ora però è necessario compiere un decisivo passo in avanti nella direzione auspicata nella stessa delibera, ovvero l’estensione della raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio comunale. Con questo studio vogliamo offrire il nostro contributo alla redazione di piano operativo tagliato sulle esigenze del Comune e siamo pronti a confrontarci sui contenuti con l’amministrazione e l’ATI che ha ora in carico la gestione della raccolta dei rifiuti, sempre che ci sia la volontà politica di affrontarli”. L’obiettivo dichiarato è tanto ambizioso quanto, secondo lo studio elaborato dal Comitato, fattibile e realistico: a determinate condizioni, con un piano operativo serio e “aggressivo” e utilizzando il sistema porta a porta (pap), il risultato del 65% di raccolta differenziata, che la legge italiana impone ai comuni entro la fine del 2012,  è raggiungibile per Fiumicino in 12-16 mesi. Obiettivo che “in base ad un calcolo approssimato ma comunque per difetto” si tradurrebbe in un “risparmio di poco meno di 2 milioni di euro all’anno, calcolati in base al minor costo derivato da minor quantità di rifiuti da conferire in discarica”. Una vera e propria rivoluzione rispetto agli obiettivi contenuti nel piano proposto dall’ATI che attualmente gestisce il servizio d’igiene urbana di Fiumicino, “che – si fa presente nel documento –  prevede l’estensione del porta a porta al 70% della popolazione in sette anni, con una differenziata attesa alla fine del 2018 non superiore al 55%, e lasciando fuori intere località del territorio come Aranova che conta quasi 5600 abitanti”. Sottolineato ancora una volta che non si tratta di un piano operativo, stante anche l’incompletezza dei dati disponibili, le linee guida elaborate dal Comitato Rifiuti Zero di Fiumicino e dal CRZ Passoscuro R-esiste, “sono il frutto di uno studio attento della materia che tratta la raccolta differenziata accompagnato da uno studio altrettanto attento della questione che riguarda prettamente il territorio del Comune di Fiumicino, in considerazione anche delle caratteristiche territoriali e sociali del Comune possibili fonti di criticità, come certe tipologie edilizie o la presenza stagionale e non stanziale di cittadini nelle località a maggiore vocazione turistica”. Il piano è composto di tre fasi successive a copertura dell’intero territorio comunale, a partire dalle località poste a nord (Aranova, Palidoro, Passoscuro, Maccarese e Torrimpietra) “che, sotto la minaccia dell’inceneritore di Pizzo del Prete, sono loro malgrado più sensibilizzate ed informate, aree in cui il successo del porta a porta farebbe da volano per l’estensione alle altre località”. Una volta messo a punto il piano operativo, secondo i calcoli del piano la realizzazione del sistema porta a porta per le località suddette potrebbe richiedere dai 4 ai 6 mesi, pari al 25% del risultato complessivo atteso. Nella seconda fase, di durata di 6 mesi, il pap potrebbe essere estesa a Isola Sacra, Fiumicino paese, Pleiadi e Parco Leonardo (pari al 55%), mentre con il terza fase, che riguarderebbe Vignole, Focene, Fregene, Tragliata, Tragliatella e Testa di Lepre, con ulteriori 2 -4 mesi si potrebbe arrivare all’obiettivo finale del 65% di differenziata comunale. Nello studio vengono affrontati molti altri aspetti, a dimostrazione di un lavoro scrupoloso e approfondito e che senz’altro merita di essere valutato con attenzione. Rimane la domanda che lo stesso Comitato Rifiuti Zero pone come “conditio sine qua non” perché il piano possa tradursi in realtà: esiste la volontà politica di affrontarlo?