“Il territorio di Fiumicino sembra il set di una di quelle telenovele sudamericane senza fine; dalla questione dei vincoli idrogeologici, al viadotto di via dell’aeroporto fino al progetto del Ponte della Scafa assistiamo ad un rimpallo di competenze fino al blocco finale di qualunque soluzione. Ed oggi è impensabile andare avanti così”.

“Negli anni si è creata una congiuntura astrale per la quale comune, regione e governo erano allineati sul centrosinistra, ma non è servito ad arrivare a sbloccare l’iter di un’opera fondamentale come il nuovo Ponte della Scafa. Sottolineando per inciso che a Genova sono bastati meno di dodici mesi per ricostruire il ponte Morandi, a Fiumicino dobbiamo registrare un iter che va avanti dal 2006 e che ancora oggi, non solo non trova sbocchi concreti, ma addirittura registra stop definitivi. Siamo alla presa in giro”. 

“E’ evidente che manca la volontà politica ma anche una figura forte in grado di battersi per difendere i diritti dei cittadini di Fiumicino. La viabilità, le infrastrutture non sono accessori sui quali si può discutere, ma opere fondamentali che vanno realizzate per tutelare l’economia, motore primo della pax sociale, ma anche la salute. Se è vero che Fiumicino negli anni ha visto depauperato il suo potenziale sanitario nel perimetro comunale, è altrettanto vero che quelle scelte si giustificavano in parte con l’esistenza di un polo sanitario attrezzato ad Ostia. Con il problema della viabilità che, ad oggi, sappiamo resterà irrisolto. Dunque oltre al danno anche la beffa, con Fiumicino sempre più satellite di Roma e dell’aeroporto, senza alcuna dignità né capacità decisionale che vada al di là di qualche metro di strada e qualche palo dell’illuminazione”.

“C’è un isolamento evidente, purtroppo, sia politico sia logistico infrastrutturale – conclude Baccini-. Serve un cambio di passo netto, perché Fiumicino non può restare la dependance di qualche altro Ente”.