Al Presidente, Nicola Zingaretti

All’Assessore ai Trasporti, Mauro Alessandri

Ai Consiglieri tutti

Pare che il lunghissimo iter finalizzato al nuovo PIANO NAZIONALE degli AEROPORI stia finalmente marciando verso il suo esito finale e che l’ENAC presumibilmente presenterà il Piano agli Enti competenti e agli stockholders entro breve.

Riteniamo quindi che è arrivato il momento che la Regione Lazio assuma ufficialmente e pubblicamente una posizione netta, priva di ambiguità e coerente con gli impegni e le dichiarazioni rilasciate in questi ultimi anni.

Per l’aeroporto di Fiumicino – come è noto – è ormai definitivamente caduta la possibilità di uscire dal sedime attuale per realizzare opere infrastrutturali: non solo per effetto della bocciatura inferta al Masterplan 2030 dalla Commissione tecnica VIA/VAS, successivamente decretata dai due Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali,  ma soprattutto in forza della sentenza del TAR del Lazio che, riunendo i differenti ricorsi presentati da ENAC e da AdR, nel marzo 2022 li ha dichiarati  inammissibili, specificando che l’esistenza della Riserva impedisce la costruzione di qualsivoglia opera e infrastruttura che non risponda alle finalità proprie della Riserva stessa.

Bisogna dire che la inspiegabile e sorprendente apertura al Masterplan 2030 contenuta nell’attuale Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti del Lazio – e che è in pieno contrasto con quanto elaborato nella prima bozza del PRMTL che denunciava la natura speculativa del progetto di ampliamento e che era il frutto di un lungo lavoro di condivisione che teneva conto della mobilitazione dei cittadini ma anche delle posizioni del Comune di Fiumicino e di molti rappresentanti e gruppi politici regionali – è stata approvata dalla Regione Lazio a fine dicembre 2021, cioè a Masterplan 2030 già bocciato ma quando la suddetta sentenza del TAR non era ancora stata formulata.

Ad oggi invece è chiaro ed evidente che la strada per la costruzione di qualsivoglia infrastruttura aeroportuale, che ricada anche solo in parte, nella Riserva è impraticabile: il che riguarda anche la quarta pista (peraltro già presentata nel Masterplan 2030 e già bocciata) e che invece come un’araba fenice qualcuno vorrebbe far resuscitare dalle sue ceneri.

Ci chiediamo al riguardo perché ENAC non intervenga nei confronti del gestore AdR che continua a riscuotere la tassa d’imbarco – riconosciutagli nel 2012 dalla Convenzione-Contratto di Programma a fronte degli investimenti per le infrastrutture del progetto “Fiumicino Nord” (raddoppio aeroporto) – nonostante queste non possano essere più realizzate. Ci chiediamo inoltre se ENAC abbia recuperato gli introiti della tassa d’imbarco, indebitamente incassati da AdR relativamente ai 10 mesi di sospensione della Convenzione-contratto di programma richiesta della stessa AdR, e quelli relativi alla quarta pista la cui realizzazione era prevista contrattualmente nel periodo 2017-2019.

Inoltre, il precedente testo del PRMT sottolineava un secondo aspetto: la necessità di individuare un aeroporto regionale da dedicare alle compagnie low cost e sul quale trasferire i voli da Fiumicino e in parte da Ciampino.

La vicenda della crisi Alitalia e le stesse dichiarazioni della nuova compagnia ITA hanno reso evidente e lampante quanto da noi denunciato da anni: e cioè l’impatto negativo che la concorrenza sleale delle low cost – in questo caso addirittura allocate nel principale hub intercontinentale del Paese – ha generato per le compagnie tradizionali, sui loro profitti e sulla qualità del lavoro. Una concorrenza che è servita soltanto a nascondere l’inconsistenza delle previsioni fornite da AdR e da ENAC di aumenti stratosferici dei passeggeri, che dovevano servire a giustificare le opere di ampliamento e l’aumento della tassa d’imbarco a ciò destinato. Secondo dati pre-Covid, Fiumicino infatti, senza il contributo degli oltre 10 milioni di passeggeri delle lowcost, è fermo da anni ai 30/35 milioni di passeggeri annui. E non ha bisogno né di raddoppi, né di quarte piste.

Anche nel caso delle posizioni a favore di un aeroporto di supporto a Fiumicino la strada è molto lunga ed è iniziata anni fa già negli Uffici competenti della Regione Lazio, con la richiesta del 17 dicembre 2017 protocollo n. 700683 al Ministero dei Trasporti di istituire un Tavolo tra Ministero e Regione al fine di individuare tale aeroporto di servizio. Negli anni tali richieste si sono moltiplicate, sia a livello nazionale che da parte di rappresentanti della stessa Regione Lazio. Ultima in ordine di tempo l’ordine del giorno a firma del Vicepresidente del Consiglio Regionale D. Porello e la mozione della Consigliera M. Califano.

Chiediamo quindi che la Regione Lazio, in linea e coerentemente alle posizioni precedentemente assunte e che sono il frutto di un lungo percorso di studio e di concertazione, confermi nettamente e senza ambiguità:

–           il suo no al progetto di una quarta pista a Fiumicino (la cui inutilità è ormai stata dimostrata da tempo) e a eventuali procedure volte ad aggirare i vincoli esistenti a tutela della integrità della Riserva;

–          Il suo impegno a individuare, di concerto con gli Enti nazionali preposti, tra gli aeroporti regionali esistenti un aeroporto dove allocare le compagnie low cost.

Comitato Fuori PISTA