“Da qualche giorno sono venuto a conoscenza di messaggi sui social che allarmano genitori delle scuole per una presunta riforma  scolastica che introdurrebbe la cosiddetta teoria gender”. È quanto dice il Presidente della Commissione Servizi sociali e Scuola Angelo Petrillo. “Messaggi che purtroppo sono stati inviati anche ai genitori degli alunni del nostro territorio – fa notare Petrillo –  Testi che ricalcano tutti gli stereotipi e affermazioni mendaci e allucinanti portate avanti, anche con una petizione,  dall’associazione Pro Vita e da altri esponenti reazionari. In sostanza, alcune persone hanno messo in rete dei messaggi in cui si afferma che da quest’anno scolastico ci sarà l’introduzione della teoria gender, così da legalizzare in pratica la pedofilia, insegnare la masturbazione ai bambini e indottrinare gli alunni  a fantomatiche teorie malsane che mirano a “destrutturare” la famiglia eterosessuale e tradizionale. È semplice comprendere che tutte queste fesserie non trovano nessuna rispondenza con la realtà, perché il DDL preso di mira parla solamente di ”educazione di genere finalizzata alla crescita educativa, culturale ed emotiva, per la realizzazione dei princìpi di eguaglianza, pari opportunità e piena cittadinanza nella realtà sociale contemporanea” e ancora di introdurre “nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, tenuto conto del livello cognitivo degli alunni, i temi dell’uguaglianza, delle pari opportunità, della piena cittadinanza delle persone, delle differenze di genere, dei ruoli non stereotipati, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, della violenza contro le donne basata sul genere e del diritto all’integrità personale”. A qualcuno il fatto che l’Italia tenti di adeguarsi in temi di parità di genere agli altri Paesi europei, fa così tanta paura da pensare che sia giusto contrapporsi con un surreale terrorismo mediatico, che si prende gioco del pregiudizio e dell’ignoranza per alimentare odio e falsità. Cari genitori, lasciate stare le bufale e tutti insieme cerchiamo di lavorare affinché nessuno, dentro e fuori le nostre scuole, si senta ai margini della vita. L’insegnamento al rispetto reciproco e alla parità e non discriminazione di genere, può solo aiutarci a vivere meglio”.