“Con sempre maggiore sorpresa leggo che la consigliera Califano afferma di non avere mai condiviso o partecipato, nei dieci anni passati, le nostre intenzioni sul porto turistico di Fiumare Grande. Forse era distratta, sebbene presente alle varie riunioni di gruppo e in altri contesti”. Così replica l’ex sindaco di Fiumicino Esterino Montino alla consigliera regionale Pd Michela Califano.

“Al di là di questo – dice Montino – è evidente a tutti che la posizione mia e della mia giunta è sempre stata quella di cogliere un’occasione importante per uscire dal degrado dell’area con due mosse:

1) realizzare alternative abitative per tutti coloro che desiderassero andare altrove, invece che vivere a Passo della sentinella e nei pressi del vecchio faro;

2) un forte investimento sull’area con la possibilità di governarlo in modo da garantire ricadute positive sull’economia e l’occupazione locale, nel rispetto dell’ambiente e delle prerogative previste dalle autorità responsabili della valutazione di impatto ambientale.

Detto questo, vorrei ricordare a chi ha la memoria corta che la gran parte delle opere a mare relative al porto turistico sono state realizzate ben prima del mio arrivo come sindaco di Fiumicino.

Parliamo dunque di un’infrastruttura che ha già impattato a mare e che, però, è rimasta abbandonata al degrado.

Che a Fiumicino sarebbe sovradimensionato immaginare due porti, uno commerciale e uno turistico, non ci sono dubbi.

Ed è per questo che bisogna ripensare il progetto del porto commerciale che deve essere immaginato solo ed esclusivamente come una darsena pescherecci, fondamentale per la flotta di Fiumicino che non può più essere costretta ad utilizzare il porto canale.

Immaginate cosa potrebbe succedere, in termini di ricadute sulla già drammatica erosione del litorale, da Focene, a Fregene, a Maccarese, con interventi a mare pesanti come quelli necessari per un porto commerciale. E’ una cosa assolutamente da evitare, limitandosi alla sola darsena pescherecci. Un’opera necessaria, ma più piccola e meno impattante.

Del resto, è un intervento non ancora partito, sebbene se ne parli da oltre 30 anni, e per il quale l’Autorità portuale non si sta certo spendendo anima e corpo. Ci sono, quindi, tutti i margini per rimodularlo.

Fiumicino è sempre stata la Cenerentola del sistema portuale di Civitavecchia. Lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, tutte le volte che è stato necessario alzare la voce perfino per gli interventi minimi per la sicurezza della navigazione come il dragaggio.

Per cui continuare a invocare il pubblico, come fa la consigliera Califano, senza tenere conto del fatto che questo pubblico ha rappresentato per decenni l’abbandono di Fiumicino, è inutile e fuorviante.

Non a caso, io sollevai la questione dell’uscita di Fiumicino dal sistema portuale di Civitavecchia per farlo diventare porto regionale come, nei fatti e in termini di funzione, è.

Il tema è, quindi, questo: avere la capacità di programmare in modo serio, senza ideologismo e senza prosopopea né arroganza, cercando di dare la risposta più seria possibile alle giustissime esigenze di tutela del territorio e di un equilibrato sviluppo”.