Sul tè sono state scritte pagine e pagine di testi, ai tè vengono dedicati negozi e siti web, e i suoi appassionati crescono di giorno in giorno. A ragione, perché questa bevanda dalla storia millenaria rappresenta una costante fonte di scoperta. Un argomento che non tutti conoscono, ad esempio, riguarda i cosiddetti tè rilavorati, non lasciati cioè in purezza ma manipolati con aggiunte di profumi, aromi, frutti e fiori. Tra questi vi sono i tè profumati. Molto famosi in Cina (che vanta una tradizione in tal senso), risultano deliziosi al palato e confortevoli per l’olfatto, ma si rivelano anche molto salutari. Vediamo allora come nascono i tè profumati, come vengono realizzati e quali caratteristiche possiedono.
Come si realizzano i tè profumati
Si parte sempre da un tè puro, già finito (di solito nero, ma la base può essere anche un tè verde, un bianco o un Oolong), a cui vengono aggiunti dei petali di fiori freschi, che non devono mai superare il 30% del totale. Questa miscela viene sottoposta a “cottura” sui 40 gradi circa, fino a che le foglie di tè non si impregnano della profumazione e dell’aroma dei fiori. Quando il blend ha assunto una buona consistenza olfattiva, i petali di fiori vengono eliminati (ma qualcuno può essere lasciato) e si passa ad una tostatura a 100 gradi per una decina di minuti. La profumazione del tè può avvenire però anche per infusione. Si infondono i petali di fiori nel tè nero fino ad un’intera giornata e poi si filtra il tutto: il risultato sarà un infuso profumatissimo, ma dall’aroma di tè. I fiori più utilizzati per le profumazioni sono il gelsomino, il litchi (un fiore/frutto), l’osmanto e la classica rosa. Talvolta è possibile trovare in commercio anche tè alla violetta o all’orchidea.
I principali tè profumati: le loro caratteristiche
Occorre innanzitutto conoscere la differenza tra tè profumati e tè aromatizzati, entrambi solitamente disponibili nel loro formato sfuso – l’unico preso in considerazione dagli esperti – nei migliori negozi specializzati in vendita tè online ed erboristerie. Se i primi sono il risultato della mistura tra petali di fiori e foglie di tè, i secondi assumono un determinato aroma grazie all’aggiunta di oli essenziali, non solo di fiori, ma anche di frutti o radici, che vengono vaporizzati sulle foglie di tè. Fatta questa distinzione, si capirà che i tè profumati sono esclusivamente quelli fioriti. Il più consumato e il più noto è il tè al gelsomino, di cui esistono numerose varietà. Proveniente dalla Cina ma apprezzato in particolar modo in Giappone nella sua varietà di tè verde o bianco, a esso vengono riconosciute notevoli proprietà anti deterioramento del DNA ed il maggior numero di antiossidanti e polifenoli rispetto agli altri tè. Il suo gusto è dolce e leggermente agrumato, con retrogusto amarognolo. Il tè al litchi è invece il più goloso, perché assume profumo e gusto di questo fiore/frutto molto simile a una ciliegia, anche se con guscio duro. Si usa moltissimo in Cina, dove vengono coltivati i litchi (in Guandong) e lo si mischia al tè nero, magari con latte e zucchero, per una bevanda rinfrancante del pomeriggio. Molto femminile, invece, è il tè all‘osmanto: realizzato grazie all’unione di tè nero con i petali di questi piccolissimi e profumatissimi fiori tipici del Sud della Cina, ha un gusto molto simile al burro, dolce e corposo, e possiede un plus di antiossidanti, grazie alla naturale caratteristica dell’osmanto di inibire la melanina nelle cellule. Un altro classico dei tè profumati, dopo il gelsomino, è infine il tè alla rosa. Dal colore rosato e dal tipico profumo e gusto della regina dei fiori, questa bevanda risulta molto elegante da essere offerta agli ospiti, e alcuni la utilizzano anche come ingrediente per cocktail drink.