C’è stato un momento nella storia della musica che ah segnato una rivoluzione, una grande svolta tra ciò che era stato prima e quello che sarebbe stato da lì in avanti. Addio a dischi, cassette, cd che ci avevano fatto compagnia a lungo (prima ancora c’erano stati i vinili, oggi tornati di moda).
Uno stravolgimento risalente ormai ad un ventennio fa e che è iniziato con il formato Mp3; in tanti hanno vissuto quel passaggio come una crescita, altri avranno maledetto quel momento fiutando il fatto che si stava andando vero la perdita di ciò che era stato, la fine di un’epoca. E non sempre le innovazioni portano necessariamente punti di vantaggio.
C’è ad esempio chi è rimasto legato ai tradizionali supporti, l’oggetto più venduto degli ultimi mesi è, non a caso, il tradizionale giradischi. Si sta riscoprendo il vinile come si diceva, ma è più un aspetto da amanti del vintage, non certo un voler tornare al passato.
La smaterializzazione della musica
Se l’Mp3 ha smaterializzato la musica, tra l’altro abituandoci ad ascoltarla ad una qualità non ottimale, nel tempo si è passati tramite iPod ed iPhone passando dal formato Mp3 allo streaming. Oggi Youtube è, in Italia, il sito più visitato proprio per guardare, tra le altre cose, video musicali. Ci si ingegna anche per capire come scaricare musica da Youtube, visto che in teoria il sito servirebbe solo per visionare filmati e, tra l’altro, che non siano protetti da copyright.
Un decentramento orientato sempre più verso nuove tecnologie, possibilmente di matrice multimediale: parlando infatti di fruizione di musica, la maggior parte degli utenti tende a farlo oggi attraverso lo streaming, che sia video o audio. C’è poi la cara e vecchia radio, ancora molto utilizzata, seppur con la concorrenza delle moderne web radio. La percentuale riferita ai supporti fisici, cd e vinili, è oggi la più bassa a testimonianza di questo cambiamento epocale che si è avuto con la smaterializzazione della musica.
L’industria discografica attuale
Il tutto si riflette anche in un altro aspetto: l’industria discografica oggi è radicalmente mutata. Proprio in virtù di quanto fin qui detto, dalla vendita di dischi non si guadagna più molto e la gestione dei diritti d’autore non è facile da controllare a causa delle tante piattaforme di streaming.
I soldi maggiori arrivano oggi dalle esibizioni live, quindi dai concerti, motivo per il quale spesso e volentieri i prezzi dei biglietti vengono considerati eccessivamente alti, soprattutto se rapportato a qualche anno fa. La naturale evoluzione di un settore che in qualche modo si è dovute reinventare per sopravvivere.