L’importanza del work life balance

La salute e il benessere dei propri dipendenti è divenuta sempre più una priorità per le aziende che, a differenza del passato, hanno modificato radicalmente l’approccio nei confronti dei propri lavoratori, considerando non solo le variabili operative e delle performance, ma anche l’aspetto umano, fattore determinante al fine di ottenere un clima aziendale sano nel quale il capitale umano si possa trovare a proprio agio, impegnandosi quindi con maggiore forza per il raggiungimento degli obiettivi societari.

In questo contesto, assume grande rilevanza la necessità di trovare il giusto equilibrio tra le esigenze aziendali e quelle personali dei membri del personale, in quello che viene definito il work life balance, termine sempre più diffuso quando parliamo di risorse umane.

Cos’è il work life balance

Come accennato in precedenza, per work life balance si intende l’equilibrio tra la vita professionale e quella privata che deve essere reso tale da rendere soddisfatti i propri dipendenti e allo stesso tempo non inficiare la produttività aziendale.

Un argomento che negli ultimi anni è divenuto centrale all’interno delle realtà imprenditoriali che, per evitare eccessivi carichi di lavoro e alti livelli di stress, hanno cambiato le proprie strategie con l’obiettivo di rendere l’impegno quotidiano proporzionato rispetto alla vita di tutti i giorni dei membri del personale, con effetti positivi per la salute di quest’ultimi, il grado di soddisfazione e quindi la fiducia e la lealtà verso l’organizzazione di cui fanno parte.

Se un lavoratore si trova a dover portare a termine troppe mansioni, con turni eccessivamente lunghi e stancanti, verrà meno la sua produttività, alla quale si aggiungerà anche un senso di frustrazione dovuto all’impossibilità di poter essere protagonista della sua vita privata, dedicarsi a se stesso, alla propria famiglia e, in linea generale, avere a disposizione del tempo per il proprio tempo libero, per lo sport e lo svago.

Circostanze che possono compromettere il rapporto tra dipendente e azienda, con il rischio di abbandono del lavoro, soprattutto in alcune situazioni particolarmente delicate come la gravidanza, con effetti negativi per la salute sia fisica che psicologica.

Per questo le aziende devono essere in grado di trovare una soluzione che possa accontentare nei limiti del possibile i bisogni del proprio corpo dipendenti, che percepiranno maggiore considerazione da parte dei vertici societari e, di conseguenza, saranno favorevolmente disposti a impegnarsi con maggiore passione per la realtà per cui lavorano, evitando anche di incorrere nella sindrome da burnout lavorativo, ovvero l’esaurimento fisico e mentale che comporta seri problemi nel portare a termine le proprie attività, mancanza di iniziativa, stanchezza cronica e stress. Fattori che possono compromettere l’operatività aziendale con conseguenze drammatiche a livello di produttività e raggiungimento dei traguardi a medio e lungo termine.

Work Life Balance e Smart Working

L’introduzione in pianta stabile dello smart working nel mondo del lavoro, favorita dall’avvento della pandemia da Covid19, e destinata a rimanere anche in futuro, ha portato a dei benefici per quanto riguarda il work life balance dei lavoratori. Operando da remoto, infatti, i dipendenti hanno constatato un miglior equilibrio tra le ore da impiegare per il lavoro e quelle da dedicare agli aspetti personali delle giornata, gestendo al meglio la propria quotidianità e potendo ritagliare del tempo per la vita privata, avendo eliminato quelle perdite di tempo inevitabili nel caso di lavoro in presenza, su tutti gli spostamenti casa-ufficio.

Inoltre, potendo seguire orari di lavoro più o meno flessibili, il dipendente autonomamente saprà individuare i momenti in cui i suoi livelli di produttività sono maggiori, focalizzandosi in modo efficace sulle priorità da portare a termine. Non è un caso, quindi, che negli ultimi anni il termine work life balance sia stato sostituito da work life integration, proprio per le considerazioni sopracitate, concetto nel quale le due sfere, professionale e privata, non sono in competizione ma vivono parallelamente, generando benessere per il lavoratore.

In questo senso, però, è fondamentale che l’azienda nel contemplare il lavoro agile, non debba pensare che la disponibilità del dipendente sia illimitata, ma stabilire in accordo con quest’ultimo gli orari e i tempi nei quali poter essere interpellati per assolvere alle esigenze societarie, così da evitare l’effetto contrario, ovvero di un work life balance ancora più squilibrato verso la vita professionale a discapito di quella privata.

Una delle criticità che vengono maggiormente ravvisate nella modalità smart working, è infatti quella collegata alla necessità per le organizzazioni di dover controllare l’orario di lavoro (qui puoi leggere smart working controllo orario di lavoro), al fine di scongiurare il rischio di comportamenti ingannevoli da parte del personale che potrebbe approfittarsene della situazione e creare un disequilibrio del work life balance, in questo caso a sfavore dell’azienda, non essendo soggetto a controllo diretto da parte dell’azienda stessa.