C’erano una volta gli investimenti sicuri. Quelli che non tradivano mai, che non venivano scalfiti da nessun tipo di scossone politico-sociale e garantivano sempre i loro frutti a prescindere dal contesto. Lo scenario però oggi è cambiato. In un mondo dominato dal capitalismo finanziario, sullo sfondo di una delle più grandi crisi economiche della storia, non ci sono più certezze assolute in termini di investimenti. Per questo motivo, come in un meccanismo di autodifesa, moltissime persone cercano un’ancora di salvezza esclusivamente in beni mobili e beni rifugio, ritenuti più affidabili nel medio-lungo periodo. Tra questi spiccano, soprattutto dopo il crollo delle quotazioni dell’oro e dell’argento risalente al 2013, i diamanti. Si tratta di beni che tendono ad una crescita costante, ma che vanno gestiti con consapevolezza per non incappare in brutte sorprese.
Tutto ciò che bisogna sapere per investire in diamanti
L’investimento in diamanti ha parecchi vantaggi di tipo economico che però vanno valutati singolarmente per essere sfruttati al meglio. Innanzitutto non si tratta di un investimento di carattere finanziario (come ad esempio obbligazioni o azioni) ma di un bene tangibile. Si tratta peraltro di un bene rifugio che, forte di un mercato di tipo monopolistico, si è rivalutato sempre nel tempo e tutto lascia pensare che continuerà a farlo anche in futuro. Poi c’è l’aspetto cui facevamo riferimento prima, e cioè che si tratta di un bene che non risente di crisi finanziarie e che non può andare incontro a speculazioni.
Altri vantaggi relativi ai diamanti
Va aggiunto poi che i diamanti non possono essere sottoposti a nessun tipo di tassazione governativa e nemmeno a tasse di successione. Inoltre non ci sono costi come il bollo e nemmeno il capital gain sulle plusvalenze. Questi sono incentivi niente affatto trascurabili qualora si decidesse di investire su questa pietra preziosa. Pietra che, essendo chiaramente di carattere sovranazionale, presenta un’importante richiesta soprattutto nei paesi in forte ascesa economica e in quelli che possono disporre di notevoli risorse ambientali naturali come gas, petrolio o minerali. E’ a quei che mercati che bisogna guardare quando si vuole vendere diamanti, dal momento che anche sul lungo periodo la previsione di crescita di tali paesi in questo senso non sembra essere scalfita in nessun modo.
I rischi da calcolare per non incorrere in brutte sorprese
Conoscere i vantaggi di un investimento è chiaramente fondamentale per poterli sfruttare nel migliore dei modi. Ma anche calcolare i rischi del mestiere può risultare altrettanto utile se si vogliono evitare errori nella gestione del proprio investimento. Nel caso dei diamanti, ad esempio, bisogna capire con esattezza chi sono gli interlocutori, soprattutto quando si vuole vendere. Questo per una serie di motivi: prima di tutto perché non è così scontato vendere ad un prezzo conveniente (idealmente bisognerebbe attendere che il diamante raggiunga il 20% in più rispetto al valore di acquisto), anche perché i prezzi sono piuttosto “volatili”. Spesso infatti il prezzo è frutto di valutazioni soggettive, non essendoci un authority che li stabilisca in maniera oggettiva. Inoltre bisogna fare i conti con il cambio di valuta, visto che la pietra è sempre quotata in dollari americani. Bisognerà quindi valutare ogni volta l’effettiva convenienza di un’operazione in base alla moneta in questione.