Dal greco adamas, ovvero indomabile, in quanto gli antichi non sapevano di materia in grado di scalfire la pietra nel tempo dal suo innato fascino. Di grande attrazione, ma allo stesso tempo di immenso valore. Minerale composto allo stato puro da carbonio cristallizzato, di grande lucentezza e luminosità, il diamante è fra le pietre preziose di maggior valore.
Di grande valore appunto, ma quanto? Oggi espresso in dollari americani il prezzo è determinato da caratteristiche di valore ben definite. L’acquisto rappresenta una tipologia di investimento di sicuro prospetto che affascina da lungo tempo.
Le caratteristiche principali del diamante – Le quattro C
- Carat (carato) – unità di misura per definire il peso del prezioso minerale equivalente a 0,20 grammi. Solitamente i diamanti da investimento sono compresi in un range da 0,50 a 1,99 carati.
- Colour (colore) – sono diverse le sfaccettature cromatiche del diamante, che vanno da un ghiaccio brillante trasparente ad un giallo scarico, ma di grande lucentezza.
- Clarity (purezza) – E’ senz’altro il parametro di valutazione di maggior impatto nella determinazione del valore. Il minerale al suo interno può presentare delle micro impurità, e perciò un diamante senza sbavature acquisisce senza alcun dubbio un notevole valore. I più puri non presentano imperfezioni addirittura a dieci ingrandimenti.
- Cut (taglio) – Anche la lavorazione della pietra è di fondamentale importanza. Può essere lucida e simmetrica, ma può presentare anche dei piccolissimi graffi, quasi impercettibili sulle varie facce. Il tutto anche in questo caso, arricchisce o modifica il bagaglio qualitativo. Proporzioni di taglio esatte e matematicamente perfette sono al massimo della scala.
In aggiunta alle quattro caratteristiche principali ne vanno aggiunte altre che a detta dei maggiori esperti di settore sono sempre più oggetto di valutazione. La certificazione: una sorta di dichiarazione di conformità ed autenticità. Redatta da esperti di settore, è componente fondamentale per la certezza di essere in possesso di un vero pezzo pregiato. Oltre a ciò sempre di maggiore considerazione è la fluorescenza, valutata in modo inverso: ovvero meno fluoresente risulterà la pietra maggiore sarà il valore.
L’insieme delle caratteristiche appena citate fanno da scala di valutazione per la definizione del prezzo dei diamanti nel mercato che oggi può essere stabilito comparandosi a dei listini.
A metà degli anni Settanta l’olandese Martin Rapaport mise a punto una quotazione per carato attraverso una tabella di valori denominata Rapaport Diamond Report: tutt’oggi in vigore è aggiornata settimanalmente e in uso da gioiellieri ed affaristi per stabilirne i prezzi di compravendita. Il listino Rapaport si basa sostanzialmente su peso, colore e purezza. Ma oltre a questo esistono altri borsini in grado di determinare un prezzo di valore medio della pietra preziosa: fra i più significativi quelli editi da Diamond Private Investement (Dpi) e Borsa Diamanti d’Italia, affiliata alla federazione mondiale.