“Una distesa nera di silicio a coprire il verde che oggi campeggia su un bellissimo paesaggio collinare. Questo è ciò che sarà di Pizzo del Prete se il Comune di Fiumicino per voce del Sindaco Mario Baccini e dell’assessore all’Ambiente Costa, non farà immediato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR, che rimuove i vincoli dettati dal pregio  paesaggistico, naturalistico e archeologico della zona a nord del Comune e che hanno di fatto impedito in passato il proliferare indiscriminato di di impianti di vario genere nel nostro territorio”. È quanto dicono consiglieri comunali e attivisti della Lista Civica Ezio Sindaco Paola Meloni, Angelo Petrillo, Giuseppe Miccoli e Andrea Guizzi.

“Tenuto debito conto dei limiti delle competenze in materia – sottolineano Meloni, Petrillo, Miccoli e Guizzi –  è importantissimo che il Comune di Fiumicino  si faccia carico di presentare formale ricorso alla sentenza, a tutela del pregio dei siti interessati e più in generale della salute pubblica e della vocazione agricola di una parte strategica del territorio che ricordiamo essere parte integrante della straordinaria realtà  del Biodistretto Etrusco Romano.

Gli impianti fotovoltaici, sui quali incombono i limiti della durata e dello smaltimento, implicano consumo di suolo dal momento che neppure la distanza dal terreno  sembra aver impedito l’impatto negativo sulla fertilità e produttività, favorendo la desertificazione.

La stessa potenza di un parco fotovoltaico sarebbe peraltro  installabile utilizzando siti/serre dismesse, tetti di capannoni, parcheggi, attività produttive come avvenuto in altre regioni.

I ricorsi sui temi ambientali portati avanti in passato con l’impegno prezioso dei comitati più attivi del nostro territorio, hanno dimostrato tutta la loro efficacia come avvenne nel caso dell’aeroporto e della richiesta di annullamento della riperimetrazione del 2013 avanzata a due riprese da Enac e ADR.

Il timore principale per i cittadini che rappresentiamo,  è l’effetto cavallo di Troia, che presta  il fianco all’uso di parti di territorio senza indicazione d’uso specifica e ne trasforma la vocazione da agricola, turistica e naturalistica a sito produttivo e nel peggiore dei casi a candidato a sito di trattamento di rifiuti così come altre volte ipotizzato.

Il ricorso al Consiglio di Stato servirà a fare chiarezza su quale idea di territorio e di ambiente ha il Sindaco al di là dei proclami elettorali e delle linee guida contenute nel programma. Una prima cessione o flessione sarebbe preludio al cedere anche su altri fronti come la richiesta di riperimetrazione  della  Riserva, già paventata da alcuni esponenti della maggioranza, con conseguente apertura a tutte le speculazioni possibili tra cui la doppia portualità e il raddoppio dell’aeroporto.

Si tratta di una visione di territorio che va espressa senza lasciare dubbi, partendo da una posizione chiara sul ricorso. Si tratta di una scelta e di un orientamento che i cittadini meritano di conoscere”.