Anche gli enti locali soggetti a dare risposte in tempi brevi in seguito alle richieste di chiarimenti presentate dai contribuenti. Entro 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto delegato di riforma del processo tributario e dell’interpello, il cui testo viene pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale, le amministrazioni locali sono tenute a adeguare statuti e regolamenti alle nuove regole che disciplinano il diritto d’interpello. Dunque, gli enti locali dovranno adeguare entro 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto di riforma del contenzioso e dell’interpello, vale a dire entro il 1° luglio 2016, statuti e regolamenti per allineare le disposizioni sul diritto di interpello dei contribuenti alla normativa statale. Nel regolamento vanno indicati: organo competente al quale devono essere rivolte le istanze, termini, contenuto e modalità di presentazione delle domande, effetti che produce la mancata o intempestiva risposta e via dicendo. Devono essere, quindi, previsti in dettaglio gli adempimenti che devono essere osservati. Gli interessati, infatti, come già previsto dallo Statuto del contribuente (legge 212/2000) che ha istituito il diritto d’interpello, possono presentare delle istanze per avere delle risposte scritte e motivate su casi concreti e personali, in presenza di obiettive condizioni di incertezza sull’interpretazione di determinate disposizioni di legge o per dimostrare l’assenza di effetti elusivi in presenza di fattispecie particolari.