Con l’estate che sta scemando sta per tornare nuovamente l’incubo erosione. Non solo a Fregene sud, ma anche a Focene in particolar modo nel tratto di costa non lontano dal plesso scolastico. Per questo il “Nuovo Comitato Cittadino Focene” intende muoversi prima che ci si trovi in piena emergenza. “È tempo di portare all’attenzione della Regione Lazio e del Comune di Fiumicino – si legge nella nota del Comitato – di una situazione che può essere estremamente pericolosa per la popolazione e per la scuola di Focene. La scogliera artificiale prospicente il chiosco Baraonda necessita di lavori urgenti di consolidamento. Sembra che Comune e Regione si palleggino la responsabilità su chi debba intervenire. Noi sappiamo che già lo scorso anno una mareggiata ha sfondato la duna e l’acqua è arrivata fino a viale di Focene.  Noi sappiamo che la situazione a settembre 2015 era decisamente migliore di quella attuale. Non vorremmo che per un rimpallo di responsabilità si finisca con abitazioni e scuola allagata. Per aggiungere una nota di colore al comportamento delle Amministrazioni, riferiamo quanto segue: tempo fa, quando il sindaco Montino venne a Focene, fu interpellato dal proprietario del chiosco, e suggerì di provvedere in proprio all’effettuazione dei lavori. Se questo non fosse abbastanza comico (Sindaco, a quando una sottoscrizione per provvedere in proprio alla potatura degli alberi, o alla manutenzione dell’illuminazione pubblica? Aspettiamo ansiosi) l’ing Lupino, della Regione, ha dichiarato che non ci sono fondi per il lavoro (N.B.: abbiamo preventivi in mano del valore di 65.000 e 90.000 euro. Il lavoro di via dei Nautili ne costa più di 300.000); ciò nonostante la Regione, nella sua illuminata benevolenza, se si provvede in proprio concederà subito il permesso per l’effettuazione dei lavori. Tutto questo sempre che i lavori siano approvati dall’ufficio tecnico. Riassumiamo quindi quanto accaduto: Si progetta un’opera che chiaramente non svolge il suo lavoro; non si effettua alcun controllo sulla bontà dei lavori, non si effettua alcun monitoraggio sul territorio, non si prende atto della pericolosità della situazione, il mare sfonda e arriva la Protezione Civile, il Sindaco di Fiumicino suggerisce di provvedere a spese di privati, la Regione dice che (bontà sua) darà subito il nulla osta. Se non fossimo in Italia, potremmo suggerire alla Regione di cedere la proprietà delle spiagge a chi le gestisce, siamo certi che l’erosione finirebbe ex abrupto. Ma se non fossimo in Italia probabilmente l’Amministrazione avrebbe già provveduto. Riteniamo che questo stato di cose, oltre ad essere grottesco, sia estremamente rischioso. Con Amatrice abbiamo ben visto quali sono le conseguenze dell’incuria. L’autunno è alle porte, l’Amministrazione si muova. Regionale, comunale, a noi interessa davvero poco. Forse interesserà di più la Magistratura, dipanare la matassa. Perché una cosa è certa, se non saranno presi provvedimenti urgenti redigeremo un esposto indirizzato alla Procura”.