Dall’altra parte del pianeta si sta uscendo da una stagione invernale caratterizzata da una diffusione influenzale che merita di essere valutata. Come sempre, infatti, ciò che accade laggiù nei mesi più freddi anticipa la situazione che si presenterà alle nostre latitudini.

Ecco allora che l’inverno australe può rappresentare un utile osservatorio per prevedere l’intensità della prossima influenza invernale. Già a maggio, quando in Australia si era ancora in autunno, i numeri avevano iniziato a raccontare una storia fuori dall’ordinario.

Secondo i dati del Dipartimento della Salute australiano nei primi quattro mesi dell’anno erano già stati confermati diversi casi di influenza con un incremento del 58,6% rispetto al 2024, un record per quel periodo. Oltre 83.000 casi di influenza a cui dover sommare più di 67.000 diagnosi di COVID-19 e oltre 52.000 di RSV, il virus respiratorio sinciziale. I dati di maggio rappresentavano solo un preludio di ciò che sarebbe arrivato con l’inverno.

A fine agosto in effetti, quando l’Australia era nel pieno della sua stagione fredda, il quadro risultava inequivocabile. Il paese stava infatti vivendo una delle ondate influenzali più intense dell’ultimo decennio con un impatto forte sulla tenuta degli ospedali e del sistema sanitario. Nel corso dell’inverno non è stato un singolo virus a correre ma un’intera squadra. Il ceppo a H1N1, il ceppo a H3N2 e soprattutto il virus B Victoria verso cui la popolazione mostra una copertura immunitaria minore. Questo ha reso più facile la diffusione e più difficile la gestione considerando che vanno sommati  ai casi di virus respiratorio sinciziale e SARS-CoV-2 evidenziando uno scenario che molti esperti hanno descritto come un’epidemia tripla.

Adesso, mentre in Italia le giornate si accorciano a vista d’occhio, quelle cifre dell’altro emisfero non sono solo statistiche ma sono un’anteprima che preoccupa alcuni osservatori mentre altri parlano di situazione tutto sommato nella norma da monitorare, ma senza allarmismi particolari. Del resto non dobbiamo fare troppa fatica per immaginare cosa significa affrontare un’ondata virale di queste proporzioni.

Lo scorso inverno infatti in Italia l’Istituto superiore di sanità ha contato oltre 16,1 milioni di casi di sindrome simile influenzale, mai così tanti nella nostra storia recente. Anche lo scorso inverno non era una semplice influenza ma già circolava un mosaico virale composto da H1N1,H3N2, virus B Victoria uniti ad altri patogeni respiratori che si sono alternati e intrecciati provocando circa 1 milione e mezzo in più di contagi rispetto all’anno precedente, mettendo in difficoltà i pronto soccorso, le terapie intensive e i  reparti pediatrici di molti ospedali.

Veniamo quindi da una stagione invernale lunga, intensa, capace di lasciare segni non solo nei numeri ma anche nella memoria di chi l’ha vissuta sul campo. E stando ai dati  australiani potremmo trovarci di fronte una situazione simile anche nei mesi a venire.

Ecco perché le suggestioni che arrivano  dall’Australia non sono una cronaca lontana, ma un avvertimento che ci riguarda da vicino. I primi casi sono già comparsi anche da noi e se i virus in gioco saranno gli stessi, H1N1 e B Victoria in primis, la differenza la farà la nostra capacità di rispondere.

Allora come prepararci a un inverno che si preannuncia intenso dal punto di vista della circolazione virale? Di certo il  vaccino stagionale, che è disponibile in Italia  da metà ottobre e che include proprio quei ceppi che oggi stanno circolando nel sud del mondo può essere il più valido rimedio. Come bene sappiamo, infatti, la vaccinazione antinfluenzale rappresenta sicuramente lo strumento di prevenzione più concreto, sicuro ed efficace specialmente per i pazienti più fragili.

Per aiutare a rafforzare il sistema immunitario  possiamo ricorrere anche ad altre strategie. Specialmente per le persone che trascorrono poco tempo all’aperto può essere salutare  un supporto con vitamina D.
Chi soffre di frequenti infezioni respiratorie  può trovare giovamento da percorsi con probiotici mirati mentre, nei periodi di stress intenso, l’apporto di vitamina C e zinco può aiutare le difese a reggere meglio l’urto.  Poi c’è  la lattoferrina, l’echinacea e la prevenzione omeopatica che tutti ormai conoscono.

Sarà solo sostenendo il nostro sistema immunitario giorno dopo giorno , con piccoli gesti che partono da una sana alimentazione e stile di vita e, quando serve, da integratori scelti con criterio che potremmo contrastare l’influenza che ormai  bussa alla porta.

A cura di Farmacie Comunali