Il virus di Ebola è diventato forse l’incubo principale di tutti i governi del mondo. Non passa giorno senza notizie, più o meno fondate, di una sua possibile propagazione nei diversi continenti che vedono con terrore la possibilità di una pandemia. In questo quadro drammatico si può capire quanta speranza possa suscitare la sperimentazione di un vaccino che ha la capacità di arrestare la propagazione del virus. Questo vaccino non solo esiste ma è frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori italiani, tra i quali c’è una ricercatrice di Fregene: Antonella Folgori!
Procediamo con ordine. Il vaccino sperimentale anti Ebola, è stato concepito e realizzato da Okairos, una società di Biotech fondata (con capitali svizzeri, olandesi, tedeschi e americani) da Riccardo Cortese, Alfredo Nicosia, Stefano Colloca e appunto Antonella Folgori, in collaborazione con il VRC (Centro Ricerca Vaccini NIH, USA). La società, ha una sede principale a Basilea, una filiale presso il Ceinge a Napoli, e una joint venture (Advent srl) presso l’IRBM Science Park, in Pomezia e la sua proprietà intellettuale è stata acquisita lo scorso anno dalla multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline.
Okairos ha concepito e disegnato il progetto del nuovo vaccino nella sede a Basilea e ne ha prodotto i primi lotti sperimentali nei suoi laboratori presso il Ceinge di Napoli. Questo vaccino sperimentale è stato testato in un modello animale di infezione del virus Ebola dai ricercatori americani del VRC e i risultati sono stati sorprendenti, al di sopra di ogni aspettativa. L’intero studio è stato pubblicato sulla rivista internazionale “Nature Medicine” e ripreso in Italia dalla rivista “Le Scienze”.
Si è così deciso di procedere alla preparazione dei primi lotti clinici di vaccino anti Ebola, presso i laboratori di Pomezia per iniziare la sperimentazione su soggetti sani volontari. Il primo trial clinico approvato dall’FDA è iniziato negli Usa il 28 agosto scorso e contemporaneamente nel Regno Unito. Successivi lotti clinici del vaccino continuano ad essere prodotti nei laboratori di Okairos a Napoli e a Pomezia per futuri e imminenti test clinici in Europa e Africa.
Okairos, per raggiungere questo obiettivo, ha seguito una strada diversa, ha lavorato alla creazione di una nuova tecnologia, un ibrido di terapia genica e immunoterapia, proprio per scoprire nuovi vaccini contro malattie per le quali i metodi tradizionali hanno fallito. In tutto questo Antonella Folgori, nata, cresciuta e residente a Fregene, ha avuto un ruolo importante, non solo per aver fondato insieme a Cortese, Nicosia e Colloca la società, ma perché come direttrice del Dipartimento di Immunologia si è occupata fin dall’inizio della risposta immunitaria indotta dai vaccini sia in studi preclinici che clinici proprio allo scopo di prevenire malattie come la malaria e l’epatite C per le quali vaccini non sono ancora disponibili. Negli ultimi anni, in collaborazione con il VRC dell’NIH, Okairos ha lavorato al vaccino per il virus Ebola che era rimasto un progetto di nicchia fino alla recente epidemia.
E i risultati hanno dato ragione a questo gruppo di ricercatori italiani che ora vengono guardati con ammirazione e speranza da tutto il mondo. Una dimostrazione in tempo di “fuga di cervelli” che anche in Italia la ricerca, quando è unita a capacità manageriali, può ancora giocarsi tutte le sue migliori carte.